lunedì 12 dicembre 2016

FALSERÒ LA LEGENDA

Max Klinger
Die Schlange ( il serpente)
acquaforte e acquatinta 1898, mm 295 x 160









Ho iniziato a scrivere per me solo, certo, non perché io sia mai stato il mio unico lettore, ma perché scrivo per raccontare a me stesso, come se fossi un altro, le cose che penso, forse già con la segreta intenzione di trarne incitamento alla mia vaga volontà di non scrivere mai più: utopica ambizione di un uomo privo d'immaginazione come me.
Ormai l'assuefazione all'identità eteronima è tale che mi sono guardato allo specchio e non mi sono riconosciuto.
Il mio viso è solcato da una miriade di piccole rughe, avvicinandomi allo specchio per analizzarle meglio, mi sono reso conto che si tratta di segni. Sono i segni delle tante incisioni che ho osservato e analizzato con l'uso del contafili ad essersi tatuati sulla mia pelle.
Esprimendo con la scrittura il mio interesse per l'incisione sono diventato sensibile a complessità di cui non mi ero mai accorto prima.
Adesso devo prendere atto che è stato tutto uno sbaglio, un equivoco, un'incomprensione: questo non è il blog di un appassionato di incisioni che scrive di incisioni, come io credo di essere.
Non è il blog di un noto critico che qui può dire quel che gli obblighi sociali impongono non venga detto chiaramente, o del professore serioso che nel blog ritrova il senso dell'ironia, come gli altri sospettano che io sia.
Questo blog è la sublimazione dell'essere io stesso un'incisione e in parte, in cattiva parte, ci sono riuscito.
Una spessa lastra di rame dove è possibile leggere tutti gli interventi: incisa all'acquaforte, ritoccata a brunitoio e bulino…
Il problema è che da questa lastra non è mai stata tratta alcuna prova di stampa, ma non si creda che per il fatto di non essere stato stampato il mio essere lastra sia un emerito niente, al contrario la mia tiratura è come sospesa sopra l'arte universale.
Come qualunque acquaforte, mediamente ben fatta, sono tutto necessità, basto a me stesso, sono tecnica e contenuto.
Mi è venuto da pensare a quello che diceva Baudelaire: che il vero eroe è chi si diverte da solo, ma io non sono solo, sono sottomesso a quel tormentato tiranno, a quel "Grande Fratello" insonne, onnisciente e onnipresente che giudica e condanna senza concedere attenuanti.

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