martedì 23 ottobre 2012

PER UN CATALOGO DI VENDITA

In copertina:
Alberto Manfredi, linoleum per “Papà Ubu all’aviazione di Vollard” (1975)










Lo scorso anno la comparsa sul mercato del primo catalogo di vendita di libri e incisioni dello Studio Bibliografico “Le Muse” di Elisa Lussardi (www.lemuselibri.it) era stato lo spunto per una riflessione sul sistema del “mercato dell’incisione” e i “giovani”, per chi fosse interessato ecco il link:
Il fatto che quest’anno l’iniziativa si confermi con il catalogo numero 2, mi sembra un buon segno e con questo post rinnovo gli auguri, l’incoraggiamento e il sostegno.

L’invocazione «Che cento fiori fioriscano, che cento scuole gareggino» è sempre valida.

Ribadisco la convinzione che solo la costante presenza dell’incisione nel mercato dell’arte può risultare una vitale forma di riconoscimento e promozione, assicurando il valore di forma espressiva d’arte ancora attuale e non ridursi a sorpassata curiosità tecnica.
Le mostre più o meno importanti, più o meno ben fatte, finanziate dalle pubbliche amministrazioni o da enti istituzionali, oppure realizzate privatamente da associazioni consolidate o da gruppi estemporanei, se non trovano riscontro nell’interesse di appassionati collezionisti abituali o sporadici acquirenti, rischiano di risultare soltanto interventi a tutela di una “specie in via d’estinzione” che interessano soltanto gli stessi “addetti ai lavori” sempre meno numerosi.

venerdì 12 ottobre 2012

INAUGURATA AD OLZAI LA PRIMA BIENNALE DELL’INCISIONE ITALIANA “CARMELO FLORIS”

Ecco le foto ricevute.
In coda qualche considerazione generale.


Un momento dell'intervento del professor Paolo Bellini
da sinistra: Enrico Piras, direttore artistico della Biennale; Antonio Ladu, sindaco di Olzai; Maria Grazia Scano Naitza, Paolo Bellini e Nicola Micieli, componenti della Giuria.
Olzai 6 ottobre 2012  (© foto G. Murgia)

Taglio del nastro della mostra,
 con il sindaco Antonio Ladu e il direttore artistico Enrico Piras
Olzai 6 ottobre 2012. (© foto G. Murgia)

Primi visitatori della mostra.
Olzai 6 ottobre 2012. (© foto G. Murgia)

Della maggior parte degli incisori sardi invitati non so nulla, tutti gli altri mi sono ben noti, ma non avendo conoscenza diretta delle opere presentate non entrerò nel merito degli aspetti prettamente artistici.
Da quel che sapevo e da quanto ho appreso è scaturita qualche considerazione generale prendendo Olzai come esempio di analoghe iniziative e ritenendo che tutto ruoti intorno a due ineludibili interrogativi:
Come può la mostra organizzata ad Olzai (ma ripeto: si potrebbe anche dire Campobasso, Munsummano....) contribuire a rilanciare l’interesse per l’incisione?
Come può l’incisione contribuire alla crescita di Olzai?
In ambedue i quesiti si può intravedere un eccesivo carico di responsabilità, ma sappiamo che anche il cammino più lungo inzia con un primo passo.
Ogni qualvolta, io preferisco dire s’investono, più comunemente s’intende si spendono, soldi per la cultura, immancabilmente qualcuno accuserà di spreco perchè, prescindendo da qualunque sia la cifra stanziata, sappiamo che non c’è frazione, borgo, paese, città o metropoli che non abbia nelle strade una qualche buca da riparare o un qualsiasi altro problema ritenuto prioritario.
Se non bastasse il Poeta a ricordarci “Fatti non foste a viver come bruti...” c’è la Costituzione Italiana che all’articolo 9 sancisce:
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione».
Insomma se un’amministrazione comunale organizza una mostra d’arte, un concerto, una rappresentazione teatrale, oppure sovvenziona una qualsiasi altra forma di espressione culturale, anche ad esclusivo beneficio della propria ristretta comunità, sta semplicemente ottemperando ad un principio costituzionale. È quando nessuna delle suddette attività viene sostenuta che ci si dovrebbe indignare perché il Paesaggio, l’Eno-Gastronomia l’Artigianato e l’Arte sono le uniche e vere RISORSE NATURALI del nostro Paese, non valorizzarle adeguatamente è il vero spreco con il presupposto, non scontato, di non scialacquare denaro pubblico con abusi clientelari.
Se ci si attende un “ritorno” da un investimento culturale non è in termini prettamente economici per ammortizzare i costi che va inteso il “guadagno”, certamente oltre alla notorietà e al prestiggio che ne possono derivare è possibile che s’inneschi un indotto a vantaggio delle attività commerciali del territorio.
Lungi da me voler dare consigli, sto provando soltanto a indicare disordinatamente alcuni aspetti da focalizzare.

DIFFUSIONE.
Nell’attuale societa dei Media non si può prescindere dal pubblicizzare al meglio l’iniziativa. Generalmente una conferenza stampa di presentazione che preceda l’inaugurazione è auspicabile e, di tanto in tanto, trovare pretesti per rilanciare la notizia.
Vanno bene i siti internet, ma conservano ancora una forte efficacia le inserzioni nelle riviste specializzate e soprattutto i servizi stampa e televisivi.
Senza necesariamente aprire un apposito sito sarebbe sufficiente dedicare alla rassegna una pagina nel sito del Comune con tutte le notizie utili sui trasporti, i collegamenti, le possibili sistemazioni... almeno l’elenco degli artisti, magari con una sintetica nota biografica.

CONTINUITÀ.
Il fatto che si sia adottata la definizione di biennale implica l’intenzione di ulteriori edizioni, auguro che si realizzino perché non c’è niente di peggio delle “Biennali” che si tengono una sola volta.
Forse l’impegno biennale potrebbe risultare troppo ravvicinato e gravoso, forse una scansione triennale risulterebbe più adeguata alle possibilità di un piccolo comune.

DOCUMENTAZIONE.
Nonostante sia l’era del virtuale un catalogo a stampa della rassegna è necessario, anzi indispensabile, finanche prioritario rispetto ad altri aspetti, pertanto auspico che si trovino i fondi necessari per realizzarlo.
In previsione di possibili ulteriori sviluppi sarebbe utile richiedere agli artisti di inviare le principali pubblicazioni (qualcosa di più del semplice pieghevole) sul loro lavoro da raccogliere in apposito fondo della biblioteca comunale (sarebbe stato meglio contemporaneamente all’invio delle opere, ma si è sempre in tempo).

DIDATTICA.
Occorrerrebbe predisporre accanto allo spazio espositivo un laboratorio didattico dove le scolaresche dopo la visita della mostra possano sperimentare il processo dell’incisione e della stampa. Intendiamoci non si tratta di far realizzare acqueforti ai bambini, ma sono già stati sperimentati diversi approcci efficaci facilmente riproponibili.

SINERGIE.
Quando come ad Olzai si cerca una sinergia con altri ambiti come i prodotti eno-gastronomici, o le espressioni della musica e dalla danza folcloristica, gli artisti e gli intellettuali “puri” storceranno il naso disgustati dalla contaminazione. Generalmente sono gli stessi che ritengono che il formaggio pecorino puzzi o che tolgono il grasso e la cotenna dal maialetto allo spiedo. Suggerirei di ripassare un po’ di storia sociale dell’arte per ricordarsi in quale considerazione erano tenuti gli artisti fino a non troppo tempo addietro.
Non mi scandalizza un'eventuale piega nazional-popolare, e non lo dico solo per il piacere della provocazione, se tutto è all’insegna della misura e del “Buon Gusto” con tutto il doppio senso contenuto in quest’ultima espressione.

PARTECIPAZIONE.
Il fatto di aver accettato l’invito a partecipare ad una mostra non costituisce, per l’artista, implicita autorizzazione a fregarsene delle richieste. Quando si vedranno escludere per la non conformità dei lavori presentati, forse gli artisti impareranno che se si richiede di rispettare un certo formato vi sono concrete esigenze di allestimento. La presunzione di inviare così come capita e che poi si arrangi chi organizza andrebbe direttamente rispedita al mittente.
Quale altra rassegna di incisioni in Italia si è mai fatta carico delle spese per ospitare tutti gli artisti invitati?
Per straordinaria coincidenza nel libro che sto leggendo “La traccia dell’angelo” di Stefano Benni trovo questo passo: «...se un giorno uscirai di qui, vai da Van Gogh e digli: eccoti i soldi per una scatola di colori e una bottiglia di buon vino, sii felice oggi, non dipingere i Girasoli, i mercanti avranno un argomento in meno, nel museo ci sarà un vuoto nella parete e i miliardari non faranno l’asta per aggiudicarselo. Ma esisterà quel giorno di felicità, il vino e i colori. Il giorno splendido in cui il capolavoro non fu dipinto e il pittore fu felice.» L’ho riportato perché ritengo che spieghi lo spirito con il quale gli organizzatori volevano condividere il giorno dell’inagurazione con agli artisti, in particolare con quelli ai quali è stato assegnato il premio acquisto che pertanto meritano una strigliata avendo mancato di perspicacia, ancor peggio se hanno fatto finta di non capire che vi è stata organizzata una mostra allestita dignitosamente, a più della metà è stato dato di che pagarsi il viaggio, che cazzo vi costava essere presenti? Mi riferisco all’atteggiamento generale, poco importa l’eccezione di chi si è comportato diversamente.
È comprensibile la riservatezza caratteriale, ma non veniva richiesto di tenere alcun discorso pubblico, nessuna esibizione o passerella in mutante, mentre era ben chiaro quanto gli organizzatori tenessero ad avvicinarsi agli artisti ospitandoli con vitto e alloggio.
Certo che nell’attuale situazione economica anche la piccola somma assegnata risulterà utile e, dopo questa tirata, proprio in tema di economia non occorre che sia esplicito per intendere quali cambiamenti apporterei per ridurre di almeno 13.000 Euro i costi della prossima edizione.
Frattanto non mancate di visitare quella in corso e lasciate un commento su cosa ne pensate, c’è tempo fino al 6 Gennaio del prossimo anno.
Buon Viaggio.

 




lunedì 1 ottobre 2012

PRIMA BIENNALE DELL’INCISIONE ITALIANA “CARMELO FLORIS” - OLZAI


«Che cento fiori fioriscano, che cento scuole gareggino».

Ricordare la paternità della citazione potrebbe risultare fuorviante, purtroppo al momento pare che in Italia l’invocazione risulti vana, perché il piacere per una nuova rassegna di incisioni che s’inaugura non compensa del tutto la delusione per le altre che vengono sospese o soppresse.
Vladimiro Elvieri, nel comunicato stampa diffuso per dare notizia della soppressione della rassegna ”L’Arte e il Torchio”, aveva scritto: «Consapevoli del periodo di gravi difficoltà economiche che stiamo vivendo, ma anche convinti che si tratti pure di priorità nelle scelte in un settore quale quello culturale, è triste constatare, vista l’esiguità della somma rispetto all’importanza della Biennale, quanto le idee di alcune persone preposte alla gestione della cosa pubblica siano distanti dal considerare la cultura come elemento di crescita di una comunità e di investimento per il futuro» e da un commento lasciato nel precedente post traggo la considerazione fatta da Andrea Marras: «... non credo che il piccolo comune di Olzai in provincia di Nuoro abbia una situazione di bilancio tanto diversa da quella delle altre città italiane. Più concretamente credo si tratti di precise scelte “culturali” anche quando la cultura si sceglie di affossarla.»
Quindi più delle ristrettezze finanziarie delle amministrazioni locali è più corretto scorgervi i sintomi inequivocabili delle ristrettezze culturali di chi amministra.
La cronaca quotidiana ci informa delle gravi difficoltà dell’intero comparto minerario della regione Sardegna, difficoltà talmente serie che mi imbarazza anche solo accennarvi accostandole alla “frivolezza” di questo post.
Evidentemente gli amministratori del Comune di Olzai, 929 abitanti in provincia di Nuoro (sì avete letto bene, non ho scordato qualche zero, per esattezza statistica pare siano 468 maschi e 461 femmine) hanno optato per differenti scelte di priorità.
La Biennale “Carmelo Floris” si realizza con aspetti di novità in ambito organizzativo e forti legami con la tradizione nella scelta di disegnare la “geografia” dell’incisione italiana. La fisionomia della rassegna appare già ben cartterizzata e probabilmente, come spesso accade, le scelte artistiche risulteranno apprezzate e condivise da coloro che sono stati invitati a partecipare e criticabili da chi non è presente almeno a questa prima edizione.
Anche per questi aspetti l’invocazione iniziale ha senso, preferisco attendere che la rassegna si consolidi con altre edizioni limitandomi alla riproposizione del comunicato stampa ufficiale.
Infine invito chiunque sarà presente all’inaugurazione ad inviarmi qualche foto da aggiungere a questo post.

COMUNICATO STAMPA
A Olzai i grandi maestri dell’arte incisoria italiana
Sabato 6 ottobre l’inaugurazione della Mostra con ottanta capolavori
OLZAI – Sabato 6 ottobre 2012, alle ore 17, appuntamento artistico di rilievo nazionale a Olzai con l’inaugurazione della prima “Biennale dell’Incisione Italiana – Carmelo Floris”.
L’importante manifestazione è organizzata dal Comune di Olzai con il patrocinio della Regione Autonoma Sardegna (Presidenza della Giunta e del Consiglio Regionale), Provincia di Nuoro e il fondamentale contributo della Fondazione Banco di Sardegna e Banco di Sardegna.
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da una breve cerimonia, durante la quale saranno consegnati gli attestati di partecipazione ai quaranta artisti invitati alla Biennale. Oltre al sindaco Antonio Ladu e gli amministratori comunali, saranno presenti diverse autorità istituzionali, critici d’arte e collezionisti, personalità del mondo artistico e accademico provenienti anche dalla Penisola.
Previsti anche dei brevi interventi del direttore artistico della manifestazione Enrico Piras e degli illustri professori Paolo Bellini da Milano, Nicola Micieli da Pisa e della critica d’arte Maria Grazia Scano Naitza da Sinnai (Cagliari), componenti dell’autorevole Giuria che  lo scorso mese di giugno ha assegnato i venti “premi – acquisto” stabiliti dal regolamento della manifestazione.
Dopo il taglio del nastro della mostra, il programma della manifestazione prevede anche una serata d’animazione nel cortile della Casa Mesina, con l’esibizione dei migliori cantori sardi a chitarra, fisarmonicisti e del Coro polifonico e Gruppo ballo della Pro Loco Bisine. Il tutto nella magica atmosfera del centro storico di Olzai.
l progetto e regolamento artistico della Biennale
Con l’istituzione della Biennale, l’Amministrazione comunale intende valorizzare e onorare degnamente la figura e l’opera dell’illustre pittore e xilografo olzaese Carmelo Floris (1891-1960) e, nel contempo, creare un punto di riferimento in ambito nazionale delle arti incisorie, nonché favorire il turismo culturale nel proprio territorio e più in generale nella Barbagia.
L’idea di istituire questa manifestazione, era partita da Enrico Piras, pittore e incisore olzaese ma da tempo residente a Sassari.
Accolta con entusiasmo la proposta di realizzare a Olzai una manifestazione artistica di livello nazionale, nel 2011 la civica amministrazione guidata dal sindaco Antonio Ladu ha stanziato le prime risorse finanziarie.
Lo scorso mese di gennaio, il funzionario comunale Giangavino Murgia ha predisposto in economia un progetto amministrativo e finanziario approvato dalla Giunta comunale. Un progetto molto impegnativo, ma che non prevede alcun compenso per gli artisti, direttore artistico e componenti della Giuria.
Quindi, un’iniziativa artistica ambiziosa ma – per espressa volontà degli amministratori comunali – da realizzare all’insegna del risparmio e, soprattutto, grazie alla generosa disponibilità di Enrico Piras, dei componenti della Giuria, del personale del Comune di Olzai e degli illustri artisti invitati alla manifestazione.
***
Il regolamento della manifestazione è indubbiamente originale rispetto alle numerose biennali e concorsi di grafica organizzati in Italia, perché prevede la partecipazione di un numero limitato di artisti già affermati in campo nazionale e selezionati da Enrico Piras, come si è detto, ideatore e direttore artistico della Biennale di Olzai.
Lo scorso mese di marzo, sono stati invitati quaranta incisori residenti in diverse regioni, per offrire al pubblico una esauriente panoramica della produzione dell’arte grafica italiana contemporanea. E, con grande soddisfazione degli organizzatori, tutti gli artisti hanno accolto l’invito presentando ognuno due incisioni originali tra le quali la Giuria degli esperti ha selezionato venti stampe calcografiche, ora acquistate dal Comune di Olzai.
La manifestazione non prevede alcuna graduatoria di merito, né la proclamazione di un vincitore o l’assegnazione di premi che non siano l’acquisto delle opere selezionate.
Le stampe acquistate in questa e nelle successive edizioni della Biennale, faranno parte del patrimonio artistico dalla “Pinacoteca Comunale Carmelo Floris” per incrementarne la preziosa collezione che attualmente conta oltre 250 opere.
Alcuni artisti hanno già manifestato la volontà di donare al Comune di Olzai le opere presentate alla Biennale e quindi si aggiungeranno alle venti già acquisite al patrimonio della galleria comunale istituita nel 1987.
Il logo della manifestazione: il “Don Chisciotte” di Carmelo Floris
Con la consulenza grafica della società Eikon di Nuoro, è stato elaborato il logo della Biennale che riprende il “Don Chisciotte”: una minuscola xilografia che Carmelo Floris utilizzava per “firmarsi” e che è stata utilizzata integralmente per la Casa Museo.
Estrapolandolo dalla forma di timbro, il “Don Chisciotte” assume una maggiore visibilità e riconoscibilità come icona e quindi diventa il simbolo di un’iniziativa coraggiosa come la Biennale e, infine, stabilisce un legame inequivocabile con Carmelo Floris e l’istituzione del museo civico a lui intitolato e inaugurato nel 2003.
In mostra ottanta opere dei più famosi incisori italiani
La mostra, che sarà inaugurata il prossimo 6 ottobre nella Casa Mesina e rimarrà aperta al pubblico per tre mesi, rappresenta la prima tappa del progetto culturale che il Comune di Olzai intende realizzare con l’istituzione della “Biennale dell’Incisione Italiana – Carmelo Floris”. 
Quindi, nella quiete autunnale della Barbagia, sarà possibile ammirare ottanta capolavori di indiscutibile pregio artistico, magistralmente realizzati con diverse tecniche incisorie e calcografiche da quaranta artisti residenti nella Penisola:
Nell’esposizione della prima Biennale, presenti anche quattordici opere realizzate da sette artisti isolani: Franco Bussu di Ollolai e Giovanni Dotzo di Isili (decano degli incisori sardi) ma residenti a Cagliari; Primo Pantoli di Cesena, ma da oltre cinquant’anni residente in Sardegna; Salvatore Sechi “De Gonare” di Sarule che vive e opera a Sassari; Gabriella Locci di Serdiana; Paola Dessy (figlia del grande Stanis Dessy) e il giovane incisore Giovanni Sanna di Porto Torres.
Il percorso espositivo comprende anche due lavori del direttore artistico della Biennale Enrico Piras.
L’allestimento della mostra è curato dalla società Eikon snc di Nuoro. Fino all’Epifania 2013, l’esposizione della prima Biennale potrà essere visitata ogni giorno, anche con l’assistenza e visite guidate della società “Su ‘Antaru di Lidia Siotto e c.” di Olzai (per prenotazioni: tel. 348.60.94.727).
Le iniziative collaterali alla Biennale
Il programma della Biennale prevedeva una serie di iniziative collaterali finalizzate alla promozione della Casa Museo e Pinacoteca Carmelo Floris e delle altre risorse turistiche del paese di Olzai. Sono altresì coinvolte nell’iniziativa le associazioni e le aziende ricettive locali, di produzione e commercializzazione dei prodotti di eccellenza del territorio.
Pertanto, per tutta la durata della mostra della Biennale, nel cortile della Casa Mesina saranno presenti alcuni stand delle aziende agricole e artigiane di Olzai e quindi sarà possibile degustare e acquistare i migliori prodotti tipici locali.
Oltre alla pubblicazione del catalogo della mostra, prevista entro il prossimo mese di dicembre, gli Amministratori comunali sperano di trovare ulteriori risorse finanziarie per organizzare un corso d’insegnamento delle tecniche incisorie e quindi realizzare interamente il progetto della prima edizione della “Biennale dell’Incisione Italiana – Carmelo Floris”.

Olzai, 24 settembre 2012                                                      Ufficio del Sindaco