venerdì 12 ottobre 2012

INAUGURATA AD OLZAI LA PRIMA BIENNALE DELL’INCISIONE ITALIANA “CARMELO FLORIS”

Ecco le foto ricevute.
In coda qualche considerazione generale.


Un momento dell'intervento del professor Paolo Bellini
da sinistra: Enrico Piras, direttore artistico della Biennale; Antonio Ladu, sindaco di Olzai; Maria Grazia Scano Naitza, Paolo Bellini e Nicola Micieli, componenti della Giuria.
Olzai 6 ottobre 2012  (© foto G. Murgia)

Taglio del nastro della mostra,
 con il sindaco Antonio Ladu e il direttore artistico Enrico Piras
Olzai 6 ottobre 2012. (© foto G. Murgia)

Primi visitatori della mostra.
Olzai 6 ottobre 2012. (© foto G. Murgia)

Della maggior parte degli incisori sardi invitati non so nulla, tutti gli altri mi sono ben noti, ma non avendo conoscenza diretta delle opere presentate non entrerò nel merito degli aspetti prettamente artistici.
Da quel che sapevo e da quanto ho appreso è scaturita qualche considerazione generale prendendo Olzai come esempio di analoghe iniziative e ritenendo che tutto ruoti intorno a due ineludibili interrogativi:
Come può la mostra organizzata ad Olzai (ma ripeto: si potrebbe anche dire Campobasso, Munsummano....) contribuire a rilanciare l’interesse per l’incisione?
Come può l’incisione contribuire alla crescita di Olzai?
In ambedue i quesiti si può intravedere un eccesivo carico di responsabilità, ma sappiamo che anche il cammino più lungo inzia con un primo passo.
Ogni qualvolta, io preferisco dire s’investono, più comunemente s’intende si spendono, soldi per la cultura, immancabilmente qualcuno accuserà di spreco perchè, prescindendo da qualunque sia la cifra stanziata, sappiamo che non c’è frazione, borgo, paese, città o metropoli che non abbia nelle strade una qualche buca da riparare o un qualsiasi altro problema ritenuto prioritario.
Se non bastasse il Poeta a ricordarci “Fatti non foste a viver come bruti...” c’è la Costituzione Italiana che all’articolo 9 sancisce:
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione».
Insomma se un’amministrazione comunale organizza una mostra d’arte, un concerto, una rappresentazione teatrale, oppure sovvenziona una qualsiasi altra forma di espressione culturale, anche ad esclusivo beneficio della propria ristretta comunità, sta semplicemente ottemperando ad un principio costituzionale. È quando nessuna delle suddette attività viene sostenuta che ci si dovrebbe indignare perché il Paesaggio, l’Eno-Gastronomia l’Artigianato e l’Arte sono le uniche e vere RISORSE NATURALI del nostro Paese, non valorizzarle adeguatamente è il vero spreco con il presupposto, non scontato, di non scialacquare denaro pubblico con abusi clientelari.
Se ci si attende un “ritorno” da un investimento culturale non è in termini prettamente economici per ammortizzare i costi che va inteso il “guadagno”, certamente oltre alla notorietà e al prestiggio che ne possono derivare è possibile che s’inneschi un indotto a vantaggio delle attività commerciali del territorio.
Lungi da me voler dare consigli, sto provando soltanto a indicare disordinatamente alcuni aspetti da focalizzare.

DIFFUSIONE.
Nell’attuale societa dei Media non si può prescindere dal pubblicizzare al meglio l’iniziativa. Generalmente una conferenza stampa di presentazione che preceda l’inaugurazione è auspicabile e, di tanto in tanto, trovare pretesti per rilanciare la notizia.
Vanno bene i siti internet, ma conservano ancora una forte efficacia le inserzioni nelle riviste specializzate e soprattutto i servizi stampa e televisivi.
Senza necesariamente aprire un apposito sito sarebbe sufficiente dedicare alla rassegna una pagina nel sito del Comune con tutte le notizie utili sui trasporti, i collegamenti, le possibili sistemazioni... almeno l’elenco degli artisti, magari con una sintetica nota biografica.

CONTINUITÀ.
Il fatto che si sia adottata la definizione di biennale implica l’intenzione di ulteriori edizioni, auguro che si realizzino perché non c’è niente di peggio delle “Biennali” che si tengono una sola volta.
Forse l’impegno biennale potrebbe risultare troppo ravvicinato e gravoso, forse una scansione triennale risulterebbe più adeguata alle possibilità di un piccolo comune.

DOCUMENTAZIONE.
Nonostante sia l’era del virtuale un catalogo a stampa della rassegna è necessario, anzi indispensabile, finanche prioritario rispetto ad altri aspetti, pertanto auspico che si trovino i fondi necessari per realizzarlo.
In previsione di possibili ulteriori sviluppi sarebbe utile richiedere agli artisti di inviare le principali pubblicazioni (qualcosa di più del semplice pieghevole) sul loro lavoro da raccogliere in apposito fondo della biblioteca comunale (sarebbe stato meglio contemporaneamente all’invio delle opere, ma si è sempre in tempo).

DIDATTICA.
Occorrerrebbe predisporre accanto allo spazio espositivo un laboratorio didattico dove le scolaresche dopo la visita della mostra possano sperimentare il processo dell’incisione e della stampa. Intendiamoci non si tratta di far realizzare acqueforti ai bambini, ma sono già stati sperimentati diversi approcci efficaci facilmente riproponibili.

SINERGIE.
Quando come ad Olzai si cerca una sinergia con altri ambiti come i prodotti eno-gastronomici, o le espressioni della musica e dalla danza folcloristica, gli artisti e gli intellettuali “puri” storceranno il naso disgustati dalla contaminazione. Generalmente sono gli stessi che ritengono che il formaggio pecorino puzzi o che tolgono il grasso e la cotenna dal maialetto allo spiedo. Suggerirei di ripassare un po’ di storia sociale dell’arte per ricordarsi in quale considerazione erano tenuti gli artisti fino a non troppo tempo addietro.
Non mi scandalizza un'eventuale piega nazional-popolare, e non lo dico solo per il piacere della provocazione, se tutto è all’insegna della misura e del “Buon Gusto” con tutto il doppio senso contenuto in quest’ultima espressione.

PARTECIPAZIONE.
Il fatto di aver accettato l’invito a partecipare ad una mostra non costituisce, per l’artista, implicita autorizzazione a fregarsene delle richieste. Quando si vedranno escludere per la non conformità dei lavori presentati, forse gli artisti impareranno che se si richiede di rispettare un certo formato vi sono concrete esigenze di allestimento. La presunzione di inviare così come capita e che poi si arrangi chi organizza andrebbe direttamente rispedita al mittente.
Quale altra rassegna di incisioni in Italia si è mai fatta carico delle spese per ospitare tutti gli artisti invitati?
Per straordinaria coincidenza nel libro che sto leggendo “La traccia dell’angelo” di Stefano Benni trovo questo passo: «...se un giorno uscirai di qui, vai da Van Gogh e digli: eccoti i soldi per una scatola di colori e una bottiglia di buon vino, sii felice oggi, non dipingere i Girasoli, i mercanti avranno un argomento in meno, nel museo ci sarà un vuoto nella parete e i miliardari non faranno l’asta per aggiudicarselo. Ma esisterà quel giorno di felicità, il vino e i colori. Il giorno splendido in cui il capolavoro non fu dipinto e il pittore fu felice.» L’ho riportato perché ritengo che spieghi lo spirito con il quale gli organizzatori volevano condividere il giorno dell’inagurazione con agli artisti, in particolare con quelli ai quali è stato assegnato il premio acquisto che pertanto meritano una strigliata avendo mancato di perspicacia, ancor peggio se hanno fatto finta di non capire che vi è stata organizzata una mostra allestita dignitosamente, a più della metà è stato dato di che pagarsi il viaggio, che cazzo vi costava essere presenti? Mi riferisco all’atteggiamento generale, poco importa l’eccezione di chi si è comportato diversamente.
È comprensibile la riservatezza caratteriale, ma non veniva richiesto di tenere alcun discorso pubblico, nessuna esibizione o passerella in mutante, mentre era ben chiaro quanto gli organizzatori tenessero ad avvicinarsi agli artisti ospitandoli con vitto e alloggio.
Certo che nell’attuale situazione economica anche la piccola somma assegnata risulterà utile e, dopo questa tirata, proprio in tema di economia non occorre che sia esplicito per intendere quali cambiamenti apporterei per ridurre di almeno 13.000 Euro i costi della prossima edizione.
Frattanto non mancate di visitare quella in corso e lasciate un commento su cosa ne pensate, c’è tempo fino al 6 Gennaio del prossimo anno.
Buon Viaggio.

 




24 commenti:

  1. Segnalo che nei fine settimana da Settembre a Dicembre si tiene la manifestazione “Cortes Apertas” e suggerisco un link dove è possibile trovare il calendario completo:
    http://www.paradisola.it/sagre-sardegna/autunno-in-barbagia
    Ad Olzai è in programma dal 23 al 25 Novembre, un motivo in più per visitare anche la Biennale di Incisione. Io sono rimasta incantata: per ogni artista un mondo diverso e misterioso da scoprire.
    Maria Marras

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  2. Nel sito del Comune di Olzai (sezione "notizie"), sono consultabili il regolamento, comunicati stampa, delibere e immagini della Biennale.
    L'elenco completo degli artisti risulta pubblicato dal mese di febbraio 2012 e in quasi tutti i successivi comunicati stampa.
    Segreteria Biennale C. Floris

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  3. A Olzai non si producono formaggi pecorini "puzzolenti"..., ma di qualità, molto apprezzati anche dagli ospiti della giornata inaugurale della Biennale.
    Azienda Erkìles di Giovanni Agostino Curreli, Olzai
    www.erkiles.it

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    1. Non credo che Onorio abbia bisogno di difensori o di interpretazioni, ma a me pare chiaro che nel passo sul “pecorino” ci si riferisca a quegli artisti e critici snob con la puzza sotto il naso che considerano volgare che una mostra d’arte sia affiancata da stand con prodotti gastronomici.
      Rinfresco la memoria ricordando che proprio critiche di questo tipo furono mosse alle prime edizioni della Biennale di Acqui Terme.
      Cassandra

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  4. Ho visitato la mostra durante l’inaugurazione che è stata una gradevolissima serata anche per l’apprezzabile rinfresco, l’affluenza del numeroso pubblico non consentiva di soffermarsi sulle opere esposte che per la loro particolarità necessitano di raccoglimento e attenzione, se posso non mancherò di rivederla con più calma.
    Maurizio

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  5. Se non fosse per questo “maledetto” blog, non avrei saputo nulla di una nuova rassegna di incisioni.
    Ad Olzai non saprei neanche come arrivarci, né mi sarebbe possibile andarci, ma mi interessa sapere se è stata fatta una mostra valida.
    I commenti dei visitatori risultano evidentemente soddisfatti, tutti gli altri sembrano replicare piccati a delle critiche che nel testo francamente non ritrovo, ritenendolo, all’opposto, insolitamente accondiscendente.
    Alberto

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  6. Non capisco questi commenti a monosillabi, esprimono perplessità, ma verso cosa di preciso?
    Ritengo sia una rassegna valida e ci sarebbe stata bene anche una parallela mostra con le incisioni di Carmelo Flosis, magari se ne potrà tenere conto se si realizzerà una pubblicazione.
    Francesca Mereu

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  7. Qualcuno che se ne intende e che ha visitato la mostra può lasciare un commento sugli aspetti prettamente artistici evitando sbuffi e considerazioni sulla qualità casearia che, tra l’altro, non mi pare sia stata messa in dubbio?
    Sergio

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  8. Perché non pubblicare alcune delle opere presentate così che ciascuno possa valutarne la qualità?
    Marcello

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  9. Risposte
    1. Caro anonimo, sostieni di non aver “pruriti”, ma si capisce bene quanto ti rode che, anche in questa occasione, altri sono stati invitati e tu no.
      Vai a grattarti da un’altra parte visto che non hai alcun argomento da proporre.

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  10. Ho da poco completato i miei studi di Accademia con una tesi di Incisione.
    Sono stato selezionato nella X Biennale di Acqui Terme e pensavo che da questo potesse derivare un qualche interessamento, ma nessuno mi ha contattato.
    Se si realizzerà una prossima edizione perché non riservare una sezione ai giovani?
    Andrea

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    1. Le “Quote Giovani”? Per carità…
      Nell’arte il dato anagrafico è irrilevanti: si può essere un genio a quindici anni e un pessimo artista a ottanta e viceversa.
      Paolo

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    2. Caro Andrea . hai scambiato Acqui Terme per Sanremo? Riguardo i "giovani" forse si può far qualcosa in futuro. magari una edizione tutta per Te.

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  11. Parafrasando Il Bardo, si potrebbe dire “tanti commenti per nulla” visto che nessuno entra nello specifico degli aspetti prettamente artistici, pertanto segnalo “L’Occhio nel Segno” n° 91 con la recensione critica di Lionello Bapi.

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    1. Condivido la recensione di Lionello Bapi quando ci ricorda che la finalità originaria di una “Biennale” è di “farsi specchio della produzione grafica di un periodo, evitando di divenire un concorso a premi”. Questa concezione è spesso vanificata proprio dagli stessi artisti che preferiscono inviare opere meglio “riuscite” anche se “datate” invece di mostrare la loro più recente produzione; nella maggior parte dei casi la spiegazione è semplicemente nel fatto che non hanno realizzato nulla di nuovo (o replicando da sempre lo stesso soggetto non si coglie la differenza) in ogni caso la colpa non può essere imputata a chi li ha invitati ritenendo che fossero validamente attivi.
      Invece non capisco Bapi quando finge di non conoscere il ruolo della giuria, bastava leggere il regolamento o il comunicato stampa di presentazione, oppure poteva chiedere direttamente al suo Direttore che ne faceva parte, a meno (ma non credo) che lo stesso Direttore ne abbia fatto parte senza averne compreso il motivo?

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    2. Tho! anche "l'Occhio Nel Segno" (breviario per hobbisti) si occupa dell'evento Olzai.Piano piano, scopriremo che esistono anche i Sardi. Cosa può mai scrivere L'Occhio Nel Segno riguardo la prima Biennale di Incisione (a invito) di Olzai? Di certo avrà un suo scopo tipo tornaconto.Tengo a precisare che ho tanto rispetto per chi promuove iniziative a favore esclusivo della Calcografia. Quello che tanto mi disturba è l'annuncio di un normalissimo evento come fatto riservato rigorosamente a "Grandi Maestri Dell'Arte Incisoria In Italia". Fatta eccezione per i pochi autori presenti degni di stima e merito, i più sono abilissimi incisori di covolfiori, fichi secchi cascinali e bau bau, realizzati, magari con impeccabile tecnica. Auspico ai Signori organizzatori di continuare nell'iniziativa sempre a favore della Colcografia. Rispettosamente saluto sperando per il futuro di astenermi da qualunque altro commento.

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    3. Che brutte cose sono l’invidia e i pregiudizi.
      Lei giudica la mostra senza averla vista e la rivista senza averla letta.
      In Sardegna vi sono artisti di vaglia, un centro per l’incisione contemporanea con relazioni internazionali che può fare a meno di essere scoperto da lei.
      Considerando tutti degli “hobbisti” vuol farci intendere che è lei l’unico “Professionista” che per i suoi profondi soggetti può fare a meno della tecnica?
      Quel che veramente “tanto la disturba” è che atri sono stati invitati e lei no.
      Lei è uno di quelli che invoca maggior rigore selettivo nelle mostre nelle quali è presente e riversa tutto il suo astio sminuendo il valore di quelle iniziative nelle quali non è preso in considerazione; magari si finge appartato, ostenta distacco e disinteresse, ma rodendosi per non essere stato invitato e partecipando ai “Premi”, ai “Concorsi”, alle ammucchiate dove si può contare su una qualche svista per essere ammessi.
      La sua sarcastica accondiscendenza è mossa da grossolana animosità, rivela tutta la sua presunzione e arroganza, pretende riconoscimento, ma senza alcun rispetto per l’impegno e la serietà del lavoro degli altri che lo meriterebbero comunque anche se incidessero “cavolfiori e fichi secchi”.
      Francesca Mereu

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