lunedì 16 maggio 2011

GRAFICA ED EX LIBRIS A CASALE MONFERRATO

Antonello Moroni
Autoritratto
Xilografia












A sentir parlare della rassegna “Grafica ed Ex Libris” di Casale Monferrato qualcuno arriccia il naso o storce la bocca o scuote la testa… io mi limito ad osservare questa decima edizione senza il pregiudizio diffuso che attribuisce alla qualità generale della manifestazione il giudizio sul personale valore artistico di chi la organizza.
Si conferma una formula ormai consolidata: 83 gli artisti partecipanti, dei quali 26 stranieri, che potevano presentare fino a tre incisioni o nove ex libris, una sezione presenta ex libris di personaggi piemontesi dal Settecento ad oggi (tra i contemporanei pare che il monopolio spetti a Benzi & Consorte) e l’omaggio ad un artista del passato che quest’anno è dedicato ad Antonello Moroni. Anche se qualche scrupolo si affaccia ritengo che quest’ultimo aspetto basti a riscattare la manifestazione poiché coltivare la memoria storica dei maestri del passato, anche recente, rappresenta un modo per opporsi alla disattenzione e all’oblio che stanno annullando la tradizione dell’incisione originale italiana. Gli omaggi sono iniziati nell’edizione del 1993 con Tranquillo Marangoni; che si privilegi la xilografia è coerente con gli interessi del curatore, quanto al fatto che egli si assicuri la presenza a tutte le edizioni è prassi comune: lo fanno tutti per sé, la moglie o la compagna e gli amici. Per quanto conosco gli artisti mi sembra difficile che qualcuno possa farsi carico delle beghe necessarie ad organizzare una mostra per farsi da parte al momento di esporre. Se qualcuno è a conoscenza di un tale disinteressato altruismo prego di segnalarlo sì da tributare il dovuto onore all’interessato.
Mi sembra che quella di Casale sia tra le poche rassegne in Italia che, accanto alle tecniche tradizionali, ammetta anche “nuove sperimentazioni quali l’incisione su plexiglass, la fotografia, l’elaborazione al computer.” (cito dal comunicato stampa di presentazione). Ancora non provo alcuna attrazione empatica per la grafica digitale, ma non mi precludo la curiosità di conoscere. Voler coniugare lo sguardo al passato con l’attenzione alle innovazioni della contemporaneità potrebbe essere un altro punto a favore se non fosse che le aspettative restano alquanto deluse poiché il numero delle opere realizzate con le nuove tecniche è davvero irrisorio: Baeyens ripropone le medesime soluzioni grafiche e compositive di quando utilizzava la serigrafia e gli altri due non mi sembrano di alcun interesse.
Poiché il titolo della rassegna fa riferimento alla “Grafica” si giustifica la presenza in mostra anche di monotipo, tecnica mista, china, carboncino, grafite, acquarellature… ed è proprio qui che la qualità scade, ovviamente la responsabilità non è delle tecniche.
Appare prematuro il credito di esporre all’acerba figlia d’arte, ma il problema non è anagrafico, possibile che non ci si renda conto che affiancare artisti di vaglia e dilettanti non valorizza questi ultimi e deprime i primi? Una sola mediocrità ha sempre la fatale conseguenza di riuscire a squalificare il tutto.
L’allestimento della mostra è quello che è, il catalogo non è cool, con qualche errore nelle didascalie e le riproduzione lasciano a desiderare, ma ogni artista è presentato con una propria pagina e scheda bilingue, quindi molto meglio che in altre rassegne, inoltre va riconosciuto che con uno solo dei premi in palio in altre manifestazioni a Casale finanziano tutto, che piaccia o meno i soldi fanno la differenza oltre all’intelligenza di chi organizza.
In questo alternarsi di luci ed ombre, aspetti positivi e scelte inadeguate, mi lascia perplesso apprendere che, forse giocando sull’ambiguità dell’invito che richiede “la donazione di 1 opera grafica e/o alcuni ex libris”, si tende a “scordarsi” di restituire le opere. A chi fa notare la “dimenticanza” Pio Carlo Barola propone scambi con i propri linoleum e pare che si restituisca solo a chi reclama espressamente. Se non ci si può permettere di sostenere economicamente la restituzione di tutti i lavori occorrerebbe dichiararlo fin dall’invito, possibilmente senza propinare l’alibi dell’ennesimo costituendo museo della grafica, sono certo che gli artisti aderirebbero lo stesso. Basta poco perché qualcuno possa poi arricciare il naso, storcere la bocca, scuotere la testa…

Nessun commento:

Posta un commento