domenica 1 maggio 2011

INTERLUDIO 0.2

Nella rete un qualunque coglione può aprire un sito internet o un blog e «sparare cazzate».
È quello che ho fatto!
Con un clik ci si rivolge, potenzialmente, al mondo intero, non più le segrete pagine di diario e le lettere recapitate solo ai diretti interessati o “aperte” o lasciate nel cassetto.
Poiché in poco tempo i contatti prolificano per «questa gloria da stronzi» ci si dà delle arie ritenendosi un “Chissà Chi”.
È quello che non farò!
Io mi do delle arie solo quando scoreggio.

L’imbarazzo o il pudore di esporsi nel lasciare un commento era stato messo in conto e chi meglio di me potrebbe esserne consapevole? C’è il fondato timore, anzi l’assoluta certezza, di compromettersi, ma qui ricordo che l’eteronimia regna sovrana.
La critica più significativa è apparsa nel sito di Artifex, per inciso, mi è sembrato l’unico (o rarissimo) intervento originale, di carattere, in un sito che appare solo come la riproposizione di edulcorati comunicati stampa; ho appreso di precedenti iniziative, non andate a buon fine, di edizioni a stampa sulle quali, non conoscendole direttamente, sospendo il giudizio.
All’indirizzo e-mail sono giunti dei messaggi di consenso, ma anche a prescindere continuerei, lo stesso, a “sparare” le mie…
Poiché qui tutto è un gioco, come Huizinga insegna, tutto è serissimo e con alcuni tra i più “seri” (vedi AFORISMI ) ho già avuto uno scambio di opinioni, probabilmente non è un caso che siano anche coloro che apprezzo maggiormente.

Con la crisi economica e culturale e il crescente disinteresse, invece di lodare ed incoraggiare le poche iniziative rimaste, si fa dell’ironia, anche del sarcasmo, si critica …: che senso ha?
Ribadisco che c’è già chi si occupa e preoccupa di segnalare tutto l’eclatante, buono, bello e positivo che accade nel campo dell’incisione: premi, omaggi, “Santo Subito”… per lo più, a ben vedere, autoelogiandosi.
Questo Blog vorrebbe essere il prodotto di un “io” diverso da quello che manifestiamo di solito in società, nelle nostre abitudini, nei nostri vizi. Uno spazio non uniformato, incoerente, contraddittorio, discontinuo, scarnificato… per covare scomodi pensieri, un luogo riservato alle riflessioni troppo sincere per essere condivise con chi le ha ispirate.
Almeno secondo le ambiziosissime peggiori intenzioni.

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