© Foto V. Elvieri, 2012
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Il blog è la sublimazione
dei miei interessi: l’incisione innanzitutto e soprattutto, poi le piccole
edizioni d’arte, gli autoritratti di artisti… il cazzeggio da bar… e poiché
un’altra mia curiosità è poter conoscere e visitare gli studi degli artisti ho
assecondato virtualmente anche questo mio interesse realizzando una apposita
pagina.
Ho denominato la pagina ATELIER poiché a differenza di “Laboratorio” (esiste anche quello di analisi
cliniche) e di “Studio” (esiste anche, e non solo, quello notarile) è più
univocamente connotato, inoltre il termine, col “plurale invariabile”, si trova
anche nei vocabolari italiani confermando così tutto il mio sciovinismo (che,
in verità, serve a mascherare un banale motivo di praticità), pertanto
l’inserimento, per quanto riguarda gli incisori contemporanei, è riservato solo
agli italiani, o a coloro che lavorano stabilmente in Italia, e comprende anche
associazioni, scuole, laboratori, stamperie…
In verità l’espressione
ha una connotazione magniloquente evocando spazi ampi, grandi vetrate,
lucernari nel soffitto o, più contemporaneamente, loft in ex edifici
industriali… invece (come dimostrato anche dalle fotografie dei maestri del
passato) agli incisori non serve neanche il cavalletto essendo sufficiente un
piano d’appoggio in un angolo, c’è il torchio certo, ma, provocatoriamente, non
è il possesso di un torchio a fare l’incisore.
Mi sono rivolto a coloro
che già conoscevo e a quelli che mi interessava conoscere, ciascuno a risposto
come ha ritenuto opportuno: i modi, più del gesto in sé, sono spesso rivelatori.
Si sono verificati
problemi di recapito con gli inviti diramati direttamente tramite i contatti
del blog pertanto mi scuso con coloro che non sono arrivato a contattare e,
soprattutto, mi scuso con quelli che ho contattato e si sono sentiti
importunati e offesi nella loro dignità di artisti seri ed impegnati che non
hanno tempo da perdere. Purtroppo a rovinargli il gusto del rifiuto sdegnoso
c’è il fatto di non sapere a chi veramente si ha il piacere di far torto,
pertanto meglio un diplomatico silenzio (ché si può sempre dichiarare di non
averne saputo nulla) invece di rischiare che quell’altro trovi il modo di
restituire la cortesia.
Fuori da ogni ironia, a
chi invece ha impegnato veramente il proprio prezioso tempo, per realizzare le
fotografie e per scrivere le parole di accompagnamento, va un ringraziamento
speciale e sincero per avermi consentito, con la loro cortese disponibilità, di
concretizzare questa ricognizione.
Anche per questa pagina
devo riconoscere un limite nell’impaginazione poiché la struttura del blog non
consente di fare tanto meglio, però l’idea di costringere a scorrere tutta la
pagina per verificare “chi c’è” la preferisco a un elenco solo di nomi con
relativo link.
Probabilmente ognuno avrebbe preferito una pagina tutta per sé ed è sempre bene augurarmi che qualcuno non si ritenga deluso dal vicino di atelier: i morti ne avrebbero più fondate ragioni.
Probabilmente ognuno avrebbe preferito una pagina tutta per sé ed è sempre bene augurarmi che qualcuno non si ritenga deluso dal vicino di atelier: i morti ne avrebbero più fondate ragioni.
La mia curiosità non si è
certo esaurita e come altre pagine anche “Atelier” sarà una pagina in
progress. Come si può evincere dalla considerazione iniziale della pagina,
che si configura come l’enunciazione di una poetica dello studio di artista,
non esistono spazi di lavoro che non meritino attenzione, poiché ognuno
possiede elementi rivelatori della personalità dell’artista che vi opera.
Chi si è cimentato col
“giochino” proposto nel post precedente potrà verificare personalmente le
corrette corrispondenze, ecco comunque la soluzione:
1I, 2G, 3H, 4F, 5C, 6E,
7L, 8A, 9D, 10B.
A proposito di “giochini”
non sarà ben visto quello del “vediamo prima chi c’è e poi decido se
conviene…”.
Buona Visita.
È importante sapere dove viene creata un’opera?
RispondiEliminaCambia qualcosa se un capolavoro è stato realizzato in un bugigattolo invece che nel meglio attrezzato e organizzato degli atelier?
Penso che lo spazio di lavoro per un pittore, incisore, scultore o altro, sia necessario per avere a disposizione le attrezzature che necessitano per dar corpo ai propri pensieri. Picasso giocherellava con le proprie fantasie persino in spiaggia, trattorie o in altri luoghi, ma quando era a tu per tu con il suo vero lavoro trascorreva le notti nel suo "ATELIER" da solo. Tomasi Di Lampedusa ha scritto il suo capolavoro "Il Gattopardo" seduto a un tavolo in un angolo di un Bar in pieno centro di Palermo. Qualcuno, ha pure scritto che, un attento osservatore quando entra in casa di uno sconosciuto, intuisce facilmente il grado di cultura di chi ci abita dentro. Quello che conta assai, caro Paolo, è la Mente e l'Operosità. Mah.
EliminaDalla lettura del testo introduttivo si capisce che non fa alcuna differenza per l’opera, ma ci dice moltissimo sull’artista.
EliminaÈ una deliziosa iniziativa e per completezza suggerirei di aggiungere anche un’opera per ciascun artista.
RispondiEliminaBuon Lavoro da Marcella
Come mai non tutti hanno anche il testo di presentazione (defunti a parte ovviamente)?
RispondiEliminaFavoritismi anche a Morsura Aperta?
Personalmente diffido molto degli artisti incapaci di un minimo di riflessione teorica sulla propria attività o di quelli che ostentano il rifiuto della parola che, nella sostanza, non fa differenza.
RispondiEliminaIniziativa veramente originale, spero sia ancora possibile proporsi per l’inserimento.
RispondiEliminaMa ho scordato di far notare che la postilla finale scoraggia alqualto dal proporsi.
EliminaAnche se non è previsto alcun “Bollino di Qualità” per il miglior studio rilevo che alcune “realtà” risultano ridimensionate, altre, inaspettatamente, si valorizzano.
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