ALLA FOCE DEL PO, acquaforte, 1990 mm 350 x 495 |
«…Carolina Occari, talvolta
Marisa…» non tirerà più la stella del suo torchio: ci ha lasciati lo scorso 11
Maggio.
Era nata a Stienta (Rovigo)
il 12 Ottobre del 1926 e dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte di
Ferrara e il Liceo Artistico dì Venezia, aveva completato la propria formazione
artistica all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove, allieva di G. Morandi e
G. Romagnoli, si era accostata alle tecniche dell’incisione trovando più
congeniali l'acquaforte e la puntasecca.
Dopo un’interruzione di quasi vent’anni, dovuta al costituirsi
della propria famiglia e all’inizio dell’attività di insegnante, riprende
l’attività artistica ed espositiva negli anni ottanta del Novecento.
La Occasi è una dei pochi
incisori italiani ad aver avuto, in vita, un catalogo ragionato delle opere dal
1951 al 2004, pubblicato dall’Editore Marsilio, con la presentazione di Paolo
Bellini e curato da Laura Gavioli con la collaborazione di Licia Zampini figlia
minore dell’artista.
Qui non s’intende
ripercorrerne la carriera artistica e l’elenco delle mostre, delle collezioni
pubbliche, dei premi e dei riconoscimenti… sono documentati nel sito www.carolinamarisaoccari.it che,
speriamo, continuerà ad essere aggiornato.
Per salutarla abbiamo
scelto un testo che era stato pubblicato nel numero 8 di “Archivio” del 1995;
mi aveva confidato di ritenerlo per certi aspetti imbarazzante, forse lo è
perché la verità, spesso, è imbarazzante e a noi piace anche perché del tutto
eterodosso rispetto ad ogni forma di critica d’arte.
NATURA MORTA CON CIOTOLA, acquaforte, 1993 mm 250 x 361 |
Non so se è perché amo le ciotole.
Oh gli orribili piatti di questa civiltà borghese che va ancora in
Inghilterra a stirare le camicie e a comprare i calzini intonati. Per non
parlare di questa minimalissima letteratura. Quindi la nostra ciotola per
zuppe. Ma anche per companatici. Alfine, con terra e basilichi. È qui accanto;
potrebbe essere anche zen. Ma di quello zen shinto come le nostre superstizioni
pagane, i nostri morti buoni e cattivi. Non lo zen di qualche squinzia che vi
cerca soluzioni psicoanalitiche o altre ignobili bassezze per la loro mestruosa
animaccia. Zoccole intellettuali alla ricerca del solito fallocratico da
redimere. Fermatevi viaggiatori assetali, femmine di bassissimo conio aduse a
riempire accademie con la scusa della povera incisione. Versiere ignobili cui
gli dei danno la bocca per parlare ma soprattutto il resto per trullare secondo
assordanti decibel (ovviamente infiutabili). Fermatevi e contemplate. La stampa
non è delle migliori. La riproduzione si sa, vestali travestite, è in offset ed
è quasi come le «opere originali» che appaiono nei cataloghi predisposti alla
turlupinatura dell'utente con nomi talmente noti che nausea ripeterli, darne
notizia, stilarne pubblicità per gonzi. Osservate dalla ciotola, il resto. Non
so dirvi se si deve cominciare dalla ciotola. O finirvi dentro. Emozionante tavolo.
Su un fondino non perfetto. Eppure proprio per questo. O nonostante questo.
Fate voi se siete onesti. Una natura morta, non so. Proviamo a definirla cosi.
La melagrana in primo piano. E che razza di fiori sono signora Occari? Signora
Carolina Occari, talvolta Marisa. Maestro incomparabile dell'acquaforte di
oggidì. Altro che la Belò e la Mezzadri, che i rotariani di Acqui Terme e Ovada
hanno messo fuori concorso, nella pur lodevole II Biennale colla qualifica di maestro. Sacrosanta operazione per le
suddette che la signora Occari è cosi straordinaria e brava e unica e
incomparabile che non ha certo bisogno che alcuno debba o possa raccomandarla.
Osservate gente bennata e plebi addette all'immonda recita del mercato
dell'arte contemporanea, osservate bene questa pagina. Scriverò meno parole per
il sollievo degli amici e lascerò al Sartori lo spazio più largo che
un'acquaforte di questo tipo merita solo il maggior spazio possibile e meno
parole dette, scritte. Gentile e cara signora Occari che dire di altro. Sono
venuto a patti con il mio istinto di venditore. E per onorare la qualità della
sua mano ho preferito questo bellissimo presagio di una morta stagione alle
porte con quest'aria di primavera in una rigidità invernale e con un estivo
profondissimo rafforzarsi di segni a più vendibile paesaggio. Gentile e cara
signora Occari che anziché tenere famiglia e uscire colla sporta per la spesa,
esce con la sporta piena di lastre come fa, appena il tempo e la monotona
barbarie della vita di ogni giorno, dà licenza alla grazia della sua mano di
rifare con l'acquaforte gli argini de! Po o le case degli antenati a Stiena: la
colombaia, gli alberi, il cane all'ambio. Persino Sgarbi non è riuscito a dirne
male. Rotariani di Acqui Terme e di Ovada, Signori Acquafortisti si nasce. E la
Signora Carolina Occari, modestamente lo nacque, a Ferrara.
Furio Romualdi
“Archivio” n° 8 Ed. Sartori, Mantova 1995
GRANDE PIOPPO SUL PO, Acquaforte, 1999 mm 237 x 320 |
CAROLINA MARISA OCCARI
(Stienta 1926 –
Ferrara 2014)
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