giovedì 5 maggio 2011

LETTERA APERTA…

 Richard Müller

Eine Anfrage (Un quesito)
acquaforte 1918














 

 LETTERA APERTA A UN PROFESORE IN GRAFICHE VARIE E LINGUAGGI ANNESSI è stata scritta e pubblicata da Franco Sciardelli nel 1993 in edizione fuori commercio. La versione a stampa ormai non è più reperibile, pertanto ringrazio pubblicamente il suo autore ed editore per avermi cortesemente autorizzato a riproporla integralmente nell’omonima pagina, includendo anche le illustrazioni che l’accompagnavano, senza che la mia eteronomia e il carattere piratesco del blog siano apparsi di ostacolo. 
Per completezza d’informazione il catalogo della prima biennale di Acqui Terme al quale si fa riferimento nella Lettera, risulta stampato dalla Li.Ze.A per conto del Rotary Club; oltre al testo di Paolo Bellini conteneva anche un testo di Angelo Dragone prevalentemente dedicato alla presentazione degli artisti pubblicati in catalogo.
La Lettera non mi interessa tanto per gli assunti, che non condivido pienamente, quanto perché rende bene la vivacità del dibattito di quegli anni e per il “tono” e lo “spirito”, che mi appaiono coerenti con gli intenti del Blog, come altri testi che meriterebbero di essere recuperati.
Nonostante gli anni trascorsi non risulta per nulla datata, anzi l’odierno ricorso alla stampa digitale pare accentuare le problematiche che si affrontavano. Tuttavia, temo, che non sia da ritenersi un buon segno il fatto che appaia ancora attuale perché potrebbe voler dire che il dibattito, al di là degli scontri, non ha prodotto alcuna soluzione e ancor peggiore appare l’ipotesi che non vi sia stato più interesse a proseguire il confronto perché è l’incisione in sé che non interessa più nessuno, a parte gli artisti che proseguono con Hostinato Rigore e al loro silenzioso e appartato lavoro sono dedicate queste parole.
Ciascuno col suo “stile” sosteneva le proprie ragioni e anche interessi ché ancora ce ne erano da difendere e la stamperia Sciardelli resterà legata alle belle edizioni di libri e cartelle, non certo a qualche tiratura da riproduzioni fotoincise realizzata su commissione negli anni ottanta.
Per rendere il clima concitato nel quale si lavorava in quegli anni vale ricordare l’episodio in cui “il” Cascella (Michele, o chi per lui) aveva dato (certamente per errore) a due diverse stamperie lo stesso soggetto per trarne le lastre in fotoincisione e Franco Sciardelli entrò trafelato in stamperia intimando «Fermi tutti!» avendo appena appreso del disguido, così i “ragazzi” della stamperia (ci si riferiva alla manovalanza con l’affettuoso appellativo di “negri”)si diedero da fare sulle lastre per differenziare almeno un po’ il soggetto.
Per completare il quadretto, e chiudere la divagazione, rievoco il rito della firma (a volte l’unica occasione per il “maestro” di mettere piede in stamperia). I fogli stampati venivano passati all’artista che apponeva solo la firma poiché la numerazione sarebbe stata aggiunta successivamente, quando la pila dei fogli firmati era cresciuta venivano messi da parte, si faceva una pausa per un caffè e un po’ di cazzeggio, così dopo il diversivo… Qualcuno ricorda quanti erano i fogli già firmati?
Diciamo che c’era reciproca “fiducia”.
Cose d’Altri Tempi.

1 commento:

  1. Segnalo che nel sito della Biennale di Acqui (www.acquiprint.it) sono on-line i cataloghi completi di tutte le edizioni, pertanto è possibile leggere i testi di Bellini e Dragone ai quali si fa riferimento nel post.

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