giovedì 2 giugno 2011

INTERLUDIO 0.3

Si è portati a credere che quando si ha qualche rimostranza da fare, la cosa migliore sia rivolgersi direttamente a chi l’ha causata esprimendo ogni nostro pensiero in totale sincerità, dicendo, una volta tanto, con esattezza come la pensiamo. Tuttavia i risultati che si ottengono il più delle volte non sono entusiasmanti e, pertanto, vale la pena di riesaminare la questione poiché le possibilità di realizzazione dipendono in gran parte da due fattori:
Innanzitutto da cosa pensiamo veramente, visto che i nostri giudizi, per quanto azzeccati, potrebbero sembrare crudeli e la nostra franchezza risultare offensiva.
Inoltre dalla prontezza con cui gli altri romperebbero un’amicizia se mai osassimo esprimere loro ciò che pensiamo in tutta sincerità quando con orgoglio ci mostrano la loro ultima incisione o la foto del figlio appena nato. Quante garanzie abbiamo di poter rimanere amici con qualcuno che abbiamo momentaneamente irritato esprimendo un giudizio poco lusinghiero dato l’insano attaccamento che la gente ha per le proprie incisioni e i propri figli?
C’è dunque una certa differenza tra ciò che gli altri hanno bisogno di sentirsi dire da noi per essere sicuri di piacerci, e ciò che di sgradevole sappiamo di provare verso di loro pur continuando a piacerci.
Si può essere considerati artisti privi di talento ma sensibili; tirchi ma raffinati; rozzi ma affascinanti; geniali ma con l’alitosi; egocentrici ma generosi…
Tuttavia la suscettibilità degli altri impedisce che la parte negativa dell’equazione possa essere espressa impunemente; visto che si tende a credere che i pettegolezzi su di noi siano stati ispirati da una malizia e da uno spirito critico molto più feroci di quelli con cui noi stessi abbiamo spettegolato l’ultima volta sul conto di qualcun altro.
Pertanto è preferibile covare i pensieri scomodi altrove, magari in un luogo riservato alle riflessioni troppo offensive per essere condivise con chi le ha ispirate. Una lettera da non spedire, un diario, un blog sono alcuni di questi luoghi, anche se l’esperienza insegna che lettere, diari… blog si scrivono per essere letti, prima o poi, proprio dai diretti interessati.

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