martedì 29 novembre 2011

PER UN NUOVO CATALOGO DI VENDITA



Pietro Parigi (1892 – 1990)
Alluvione a Santa Croce
Xilografia, 1966/70


Alluvione di Firenze, 4 Novembre 1966 (fonte Wikipedia)

















Chi lo trovasse aperto su una qualsiasi pagina potrebbe sostenere, con certezza, di avere davanti il catalogo dei libri pubblicato annualmente dalla Libreria Antiquaria Prandi di Reggio Emilia: identico il formato, identica impaginazione, identica catalogazione, identici argomenti, più o meno gli stessi artisti, è uguale anche il corpo del carattere e solo con un confronto diretto il font risulta diverso…, invece dalla copertina si apprende che si tratta del primo catalogo di vendita (autunno 2011) dello Studio Bibliografico Le Muse di Montecchio Emilia che, oltre a distribuire per corrispondenza il catalogo a stampa, ha anche un sito internet di riferimento http://www.lemuselibri.it/
Vi saranno stati dei precisi ragionamenti dietro una tale “mimesi” e si potrebbero ipotizzare le congetture più disparate.
Una nuova iniziativa commerciale che si affaccia in un mercato asfittico va sostenuta, quantomeno incoraggiata, e auguro a Elisa Lusardi che i riscontri e il guadagno rispetto all’investimento siano tali da consentirle altre e più ricche edizioni.
Ovvio che l’ho spulciato, ma non voglio fare il pedante, quando ci si addentra nella lettura le somiglianze esteriori non contano più, la descrizione è accurata, senza troppa enfasi negli “aggettivi”, l’ambito delle proposte librarie è prettamente artistico (arte italiana e straniera) scandito per tecniche (disegno, fotografia, incisione, scultura…), fortunatamente, per i miei gusti, non si è adottata quella concezione “enciclopedica”, proponendo di tutto e di più, con l’immancabile “manuale di apicoltura”.
Diversi i “pezzi” interessanti proposti ad un prezzo adeguato; da evidenziare una particolare, e rara, attenzione alla xilografia con opere originali di firme storiche (Marangoni, Parigi, Servolini, Wolf, Zetti…) per inciso, trovandomi in argomento, segnalo la mostra di xilografie programmata a Finale Ligure (vedi pagina mostre); senza voler dare “consigli per gli acquisti”, segnalo i Tarocchi incisi da Umberto Giovannini in quanto è anche l’artista anagraficamente più giovane (classe1969) proposto in catalogo e più avanti si capirà il motivo dell’osservazione.
Un catalogo così non s’improvvisa: non s’improvvisano le conoscenze e le competenze per predisporlo; non s’improvvida la scelta dei titoli e per quanto riguarda le incisioni mi interesserebbe sapere se si aveva già la totale disponibilità o se gli artisti e gli eredi sono stati contattati per averle in conto vendita. Consapevole che con questa mia curiosità sembro volermi impicciare nei fatti privati degli affari altrui, sposto subito l’angolo di osservazione su un aspetto che ricollegandosi al post precedente (mi meraviglio come gli spunti si concatenino) trova un pratico riscontro alla relazione tra visibilità e memoria.

Le regole del mercato non distinguono tra frutta, verdura, titoli di borsa e opere d’arte, per lo stesso principio per cui rispetto alle circa 7000 varietà (fonte Wikipedia) si trovano abitualmente in vendita solo quattro o cinque tipi di mele, risultano più facilmente reperibili solo alcuni artisti.
Per chi fosse interessato ai così detti “frutti dimenticati” non resta che armarsi della pazienza necessaria per scovarli. Certo adesso con Internet è tutto diverso, in teoria perché in pratica…, insomma anche se si moltiplicassero i cataloghi di vendita e le gallerie d’incisione, con le dovute eccezioni, ad essere proposti sarebbero, per lo più, gli stessi nomi e sappiamo che un’analisi degli aspetti oggettivi non basta a spiegare perché la mela Golden Delicious è in vendita dappertutto e invece la Mela Saladina o la Rosa di Fondo sono introvabili: influiscono molteplici e a volte imponderabili aspetti.
E tutti gli altri? E, soprattutto, i giovani?
Essere giovani significa automaticamente, per i giovani, avere genio e questa presunzione, si dirà, è di ogni tempo, ma oggi, nello stretto ambito dell’incisione, “giovani” può essere scritto solo con tante virgolette, poiché si è alquanto ridotto il “ricambio” generazionale e, di conseguenza, l’età media si è notevolmente alzata, comunque continuiamo a chiamarli giovani.
Esiste un gap, che non è neanche prettamente anagrafico, tra chi è regolarmente proposto e chi, seppur conosciuto (per le partecipazioni alle rassegne, per aver ricevuto noti premi…) è fuori “mercato” (anche questo virgolettato per riferirci a quel poco che resta); di quelli che non sono riusciti a conquistare (o acquistare?) neanche un briciolo di notorietà neanche a parlarne e il fatto che vendano più o meno direttamente i propri lavori risulta, ai fini della nostra analisi e della persistenza di una futura memoria, ininfluente.
Il grande collezionista d’arte, come l’acquirente di incisioni che si impegna solo per poche centinaia di euro ha comunque bisogno di sentirsi almeno rassicurato in mancanza di garanzie assolute.
Per un giovane e sconosciuto artista (continuo a sottintendere incisore, ma vale anche in altri campi) che dalla qualità delle prime prove appare talentuoso, è fortissimo il rischio che appena trovi uno stipendio qualsiasi smetta di fare l’artista; alcuni hanno smesso anche dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia, immaginatevi uno che stenta a trovare riscontri significativi per propria incapacità a relazionarsi o per altri mille motivi o per la semplice, ma inesplicabile, “regola delle mele” sopra enunciata.
Aggiungiamo che, in genere, il compenso richiesto non è significativamente inferiore (come invece dovrebbe essere) a quello di un artista consolidato (per non dire più noto o affermato). S’innesca una reazione di arroccamento: modestia e disponibilità sono sempre state virtù rare e oggi nessuno (quasi nessuno) è disposto ad essere considerato meno di chiunque altro.
Chi si è trovato a contattare i suddetti “giovani” riferisce di essersi scontrato con presunzione e arroganza con richieste di alte percentuali di provvigione, l’assicurazione di un minimo di vendita nel caso di mostre fino alla cessione dell’opera da proporre solo dietro pagamento immediato (capite adesso il perché della mia curiosità sul reperimento delle opere presenti in catalogo?). Più che una orgogliosa rivendicazione di diritti appare un accampare pretese: tutto e subito, nessuno (quasi nessuno) è disposto ad attendere, a “fare la gavetta”, come si diceva una volta.

Pur non volendo generalizzare è indubbio che gli Stronzetti sono presenti in ogni categoria e anche gli incisori, non solo giovani con o senza virgolette (per non dire dei Blogger), non sfuggono alla regola. Chi non è mai stato “cacato neanche di striscio” assurge immediatamente a IGM, ovvero “Inavvicinabile Grande Maestro”, appena viene contattato.
Probabilmente alcuni che hanno la pagnotta assicurata dalla cattedra in Accademia o in altro grado scolastico ritengono di poter fare a meno di confrontarsi con il Mercato che qui merita bene l’onore di una maiuscola. Con molta “posa” e scarsa convinzione si trincerano nella dichiarazione che la propria non è arte “commerciale”, è la tipica reazione di arroccamento precedentemente evidenziata, ma con l’ostentato disprezzo dimostrano lo stesso atteggiamento della volpe nei confronti dell’uva nella nota favola sulla cui morale, più attuale che mai, occorre sempre meditare.


Qualcuno si starà chiedendo quali esperienze, quali delusioni e quali scontri abbiano generato e alimentato cotanta acredine, inoltre quest’attacco in piena regola ha il difetto di essere troppo generico e potrebbe essere diretto contro chiunque.
Non c’era alcuna intenzione di generalizzare e fortunatamente non mancano gli incontri positivi (quei “quasi” che intervenivano a mitigare certe perentorie affermazioni) e anche questo blog è stato occasione per conoscere artisti che vivono la loro arte con autentica dedizione, con consapevole impegno, con misurato senso del valore, ed è una gioia venire a conoscenza di un qualche piccolo o grande passo nel percorso di realizzazione.


Gli incisori eccellenti in Italia non mancano; abbiamo visto, qualche post addietro (PROVA DI RESISTENZA) che c’è chi è disposto a tenere aperta una galleria d’arte anche rimettendoci; adesso abbiamo la conferma che non manca chi rischia un investimento in un catalogo di vendita di libri d’arte e stampe originali: non manca l’offerta di qualità, quel che manca è la disponibilità all’acquisto, attenzione non la disponibilità di denaro, non mancano i soldi, chi li aveva continua ad averne anche di più (non certo disoccupati, precari, operai e pensionati), manca lo specifico interesse ad acquistare opere d’arte realizzate con le tecniche dell’incisione originale perché tante altre “robe” si vendono anche bene.




1 commento:

  1. Io fremo tutto quando leggo questo post... sono già 7 volte e non ho voglia di fermarmi!
    Quante facce 'illustri' mi vengono in mente, che bello scritto dissacrante! Eccellente, sono davvero molto emozionato!

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