William Blake, The Pin and the Needle (La cruna e
l’ago), acquaforte 1793
Come Goethe che credeva
nell’esistenza della Urpflanze, io da anni tento di individuare le
caratteristiche primordiali che dovrebbero contraddistinguere il “Vero
Artista”: quali aspetti rendono un artista un “vero” artista e di proposito non
adotto l’aggettivo “grande” che oltre al genio include anche la notorietà.
Elaboro tassonomie che non
reggono la verifica pratica e la conclusione temporanea alla quale sono
pervenuto è che i falsi artisti si somigliano tutti, ma i “Veri Artisti” sono
“Veri” ciascuno a suo modo. Il concetto di “veridicità” è più complesso di
quanto si possa immaginare poiché non si riduce esclusivamente ad un problema
qualitativo, insomma si può essere “bravi” artisti senza arrivare mai ad essere
“veri” artisti.
Tra quelli storicizzati c’è
l’imbarazzo e anche se fin ora nessun post monografico è stato dedicato agli
artisti del passato l’intenzione è di farlo quanto prima con particolare attenzione
a coloro che si trovano nel cono d’ombra della storia.
Se i post dedicati agli
incisori contemporanei sono pochi e sporadici non è solo per smania di
selezione e diversificazione dei linguaggi.
Quel che contraddistingue
le presentazioni di “Morsura Aperta”, rispetto ad altri siti “promozionali” ai
quali ci si può rivolgere per pubblicizzare il proprio lavoro, oltre al fatto
che lo spazio non si può acquistare, è l’interrelazione con gli artisti e la
selezione risulta, per così dire, “naturale” in quanto si richiede una
complicità e una disponibilità a mettersi in gioco che non tutti sono disposti
ad accettare o in grado di sostenere e poco importa se a causa di ritrosia
caratteriale o di inadeguatezza culturale.
La complicità tra persone
che non si conoscono può crearsi solo sulla base di reiterate esperienze di
condivisione dello stesso interesse.
Ma come si può essere
sicuri di interessare?
È praticamente impossibile,
se si ha a che fare con una schiera di ignoti, quanto mai disparati, come coloro
che navigando in rete approdano al blog.
È meglio rinunciare. O
altrimenti ridursi a una regola minima: pensare che interessi ciò che almeno ha
interessato noi stessi. Se si applica questa regola, il risultato (il “blog”)
sarà altamente idiosincratico, a tal punto che molti non lo prenderanno neppure
in considerazione e sono appunto questi i lettori che sarebbero comunque
delusi. Rimangono gli altri: molto pochi, in linea di principio, ma che possono
anche diventare molti attirati magari da un titolo, da un nome, da un’immagine,
da un particolare argomento… e saranno questi con i quali si può stabilire, e
forse si è stabilita, una tacita alleanza, un accordo fondato su un vasto
sottinteso.
Preferisco relegare in
questo post le mie grossolane considerazioni emotive da appassionato
incompetente e lasciare interamente il prossimo post alle parole e alle
immagini di Guido Navaretti che ripercorre il proprio percorso artistico
attraverso una forzata selezione dei lavori (incisioni e disegni) realizzati in
quarantadue anni di attività accompagnati dalle considerazioni elaborate
parallelamente.
È fin troppo comodo, Pro
Domo, sostenere che gli artisti presentati nel blog (De Simeis, Lanari,
Pesce…) sono tutti artisti “Veri”, perché il motivo per il quale creano le loro
opere è scritto, inciso, nel loro DNA. Ciascuno, con il proprio specifico
linguaggio, esprime la propria concezione poetica del mondo e rappresentano il
meglio dell’incisione italiana, che vuol anche dire mondiale ritenendo i
sopravvalutati maestri dell’Est, nella maggior parte dei casi, degli esangui
miniaturisti, alcuni con qualche sospetto di “aiutino” fotografico,
altri scadenti nel fumettismo (con tutto il rispetto per il linguaggio
del fumetto quando “È” fumetto).
In controcorrente con la
tendenza della rete alla sintesi e alla velocità per macinare notizie a ciclo
continuo, riteniamo che un buon blog non è quello che posta di tutto. È facile
spacciare come post tutti i comunicati stampa che si ricevono ed è quello che
fanno certi blog per apparire attivi (intendiamoci ben vengano i “comunicati
stampa” senza la pretesa che si debbano postare sempre e comunque).
Un buon Blog è quello che
pubblica circa un quarto dei post che vorrebbe e forse dovrebbe postare, ma
senza sentire il bisogno di parlare di “progetto” o di quel “percorso” invocato
a convenienza da qualche milluzzo.
Le presentazioni di artisti
in “morsura Aperta” dovrebbero perciò essere viste come indicazioni di un
tracciato dove, in ogni direzione, agli artisti presentati si accompagnano altre
presentazioni virtuali. Così dovrebbe apparire ovvio che non si intende, in
alcun modo, sostenere che solo quelli presentati nel Blog sono gli unici
artisti veri esistenti, ma la cruna come ci ricorda l’evangelista (Matteo,
19:24) è quella che è per cammello o gomena o incisore che
intenda passarci e questo Blog non è certo il Regno dei Cieli.
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