domenica 3 novembre 2013

IL COLLEZIONISTA DI STAMPE


Nel corso della preparazione del post sull’opera di Lanfranco Lanari si era pensato alla possibilità di prendere in considerazione, oltre all’attività degli artisti e ai commenti dei critici, anche il particolare punto di vista dei collezionisti.
Abbiamo iniziato col chiedere proprio a Lanari una considerazione sui suoi interessi di collezionista ai quali si faceva cenno proprio nel post dedicato alla sua attività di incisore e lo ringraziamo per l’interessante riflessione che ci ha inviato accompagnandola con le riproduzioni di alcune opere della sua collezione.
Il testo  ci sembra piacevole e misurato. Lanfranco Lanari nel ripercorrere alcune tappe del suo percorso di collezionista è riuscito a raccontare anche un po’ sé stesso e la scelta delle opere da presentare è ricaduta non sulle più importanti che sono anche le più note a tutti, ma su alcuni soggetti interessanti anche per le modalità con le quali ne è venuto in possesso.
I lettori che fossero interessati a sviluppare tale tematica possono contattare la redazione del blog.


LA MIA COLLEZIONE DI INCISIONI
La mia collezione di incisioni è iniziata nell’’87 durante il primo viaggio a Parigi (in una delle bancarelle sul lungo Senna, ormai scomparse, che vendevano libri e stampe d’epoca) una calco ottocentesca, un bellissimo tucano stampato in quattro colori. Più che l’inizio di una mania, salutare mania che attualmente conta circa 3000 fogli dal 500 ad oggi, voleva essere solo un souvenir. Nei successivi viaggi ho sempre cercato mercatini e negozi di stampe. Solo in Australia, Cina, Spagna e a Londra non ho trovato stampe allettanti o abbordabili.
  
Agostino de musi detto Agostino Veneziano, ARRAMPICATORI da Michelangelo, bulino 1524

Durante il terzo viaggio a Praga in un sottoscala/bottega di un vecchio scaltro venditore ho scovato tre bulini, uno dei quali di Agostino Veneziano:al tempo non ne sapevo nulla ma si trattava degli "arrampicatori" da Michelangelo. Credo sia un foglio rarissimo tanto che non è presente nei maggiori gabinetti di stampe, neppure al British Museum di Londra.
Ridotto male, con mancanze e una lieve quadrettatura a china per eseguirne una copia, ma in tiratura magnifica, il primo vero innamoramento per cosa "inanimata".

Jacopo Carraglio, LA FURIA, bulino 1520/39
La "furia" del Caraglio è tra le predilette, rara, bellissima nella sua orrorifica allegoria torna in Italia dalla Germania, un buon affare tramite e-bay.
Per sette dei miei dieci Rembrandt è stato sufficiente spostarmi di 40 km e arrivare a Fano. Quattro li ho pagati poche decine di migliaia di lire perché non firmati in lastra, grandi colpi di fortuna ma anche il frutto di studio sui repertori e dell’intuito. 

Rembrandt, LA CIRCONCISIONE NELLA STALLA, acquaforte 1654
Questi quattro fogli vengono da un grande magazzino di stampe di Parigi che contava decine di migliaia di importanti fogli da collezioni diverse, una sorta di paradiso, svenduti dall’erede ad uno scontroso ma simpatico venditore da Bagnacavallo. Da lui ho acquistato altre centinaia di belle incisioni a prezzi molto ragionevoli.

Albrecht Durer, ELMO CON GALLO, bulino 1503
Sempre a Fano ma da un amico venditore dell’urbinate mi è stata proposta l’"elmo con gallo" di Dürer. Creduta una magnifica copia del Wierix, una volta a casa l’ho confrontata con i cataloghi e ho avuto la gioia e la certezza che fosse del più grande bulinista di sempre: Dürer.

Giorgio Ghisi, APOLLO E LE MUSE, bulino 1557

Dall’Olanda gli ultimi due Giorgio Ghisi, mantovano del 500 del quale amo le atmosfere sospese metafisiche: "la calunnia" e " Apollo e le muse" molto rare in terzo e primo stato ambedue coeve ,stampate nella sua bottega magari da lui.
Di Luca di Leida, il più amato dopo Rembrandt e Dürer, incisore raffinatissimo e profondo, forse è leggenda ma usava mescolare all'inchiostro pagliuzze d'argento. Ho trenta suoi bulini quello a cui tengo di più è arrivato da un mese dalla Germania "la creazione di Eva", una poesia.

Luca di Leida, LA CREAZIONE DI VENERE, bulino 1524
Di Federico Barocci da Urbino "il perdono d’Assisi" una prima variante di due del primo stato, nerissima a scorrerci il polpastrello si sente lo spessore dell'inchiostro. In occasione della mia personale da poco terminata ho più volte rivisto il dipinto da cui deriva, conservato nella Chiesa di San Francesco in Urbino.
Anche l’autore è lì a fianco del Santi (padre di Raffaello), ho badato a non calpestarne le lapidi. Del Barocci non riesco a capire alcune cose: sono conosciute quattro incisioni, eseguite in tempi diversi e tutte di livello altissimo sembrerebbe non abbia pagato alcun noviziato. Solo quattro lastre e ha rivoluzionato la tecnica dell’acquaforte in pratica appena sfiorandola, ritenendo presto conclusa l’esperienza delle morsure multiple.
Del Callot una stampa forse la più importante e tra le più rare, che presuppone un particolare tipo di viaggio, quello che saltimbanchi, merciai, truffatori e visitatori allora e oggi anche se con minori difficoltà, affrontavano in occasione delle fiere. La fiera dell’Impruneta, nella versione di Nancy, grande animatissimo foglio vi hanno contato 1138 figure umane e più di un centinaio di animali, alcuni di pochi mm, ma tutti perfettamente dettagliati.
Concludo con una piccola molto affascinante incisione "la Pera del Bando" di Canaletto, con la lente, rivivo a fianco di popolani e nobili in trine e tricorno una luminosa giornata nella Venezia del settecento a Piazza San Marco.

Antonio Canal detto Il Canaletto, LA PERA DEL BANDO, acquaforte 1740/42
Alcune precisazioni sul mio modo di collezionare: ho potuto dedicare a questo interesse quanto ricavato dalla vendita delle mie opere e ritagliando il "surplus", sempre più magro, dallo stipendio. Nella scelta mi sono sempre affidato all’emozione trasmessa e al gusto, apprezzando sopratutto le capacità creative, ma spesso anche le sole qualità tecniche.
Ho guardato con un po' di attenzione gli autori marchigiani, i soggetti con mostruosità, diavoli fantasticherie mi hanno sempre stuzzicato, ma sostanzialmente non prediligo tematiche precise se non negli ultimi anni in cui cerco soggetti e autori al femminile.
A volte ho anche affrontato il restauro e la ricostruzione di piccole mancanze di alcuni tra i fogli meno importanti e dai difetti meno impegnativi, ottenendo anche buoni risultati.
La collezione è in catalogazione da qualche mese: sta provvedendo un giovane amico con la stessa passione, incontrato pochi anni fa in un mercatino.Io non ne avrei mai avuto il tempo, né ho le sue capacità di ricerca e navigazione nel web.
Tra non molto potrò condividere la collezione riguardante il 500 / 600 / 700 anche nel web.
Lanfranco Lanari, Agosto 2013
BIBLIOGRAFIA
Da Dürer a Goya. Incisioni di Antichi maestri da due collezioni private marchigiane. Accademia Raffaello, Urbino 2003.

Lanfranco Lanari, Su internet alla caccia di immagini (e magari acquisti), “L'occhio nel segno” supplemento al 71 di Grafica d'arte, Milano 2007.