Il regista, con paradossale anacronismo, "strizza l'occhio" a Claude Merimes, attenuando così quella che potrebbe risultare una narrazione pedante.
Insieme al LINK riportiamo uno stralcio del comunicato stampa di presentazione del video e, per concludere, una ulteriore considerazione generale.
BREVE VIAGGIO ATTRAVERSO UN LEPORELLO
《... Il video è stato ideato e realizzato da Mark Taylor nell'estate 2014, durante il suo soggiorno a Palermo. Girato in più riprese mentre si lavorava alla realizzazione del libretto della collana "Leporello" con il testo "Un emisfero in una chioma" tratto dai "Petits Poemes" di Charles Baudelaire e dedicato a Jeanne Duval [...]
Il punto di vista è quello di un visitatore curioso e interessato che si aggira liberamente negli spazi di lavoro dello studio/laboratorio seguendo le fasi di realizzazione e immaginando le relazioni, le corrispondenze, le suggestioni evocate dal testo e dall'immagine contenuti nel libretto [...]
È quasi un "tutorial", ma senza nulla da insegnare: per chi è già del "mestiere" tutto è nel solco della tradizione, senza segrete alchimie da svelare; per tutti gli altri rende, sintetizzate in pochi minuti, le articolate fasi di realizzazione che stanno dietro anche ad un libriccino come quello realizzato.》
Forse le iniziative analoghe a quella delle "Edizioni dell'Angelo" si possono interpretare come un tentativo di superate la condizione di anacoreti dell'incisione nel deserto della contemporaneità.
Se non ho male inteso, la finalità del video è puramente ludica, ovvero l'aspetto promozionale è fine a sé stesso, essendo l'edizione fuori commercio. Pertanto colgo il pretesto per esprime un dubbio circa i vantaggi che dall'inserimento in rete dovrebbero riverberarsi sull'incisione. Mi rendo conto quanto il dubbio possa apparire contraddittorio se espresso da chi vive solo un'esistenza puramente virtuale legata ad un blog.
Mi viene in mente la sibillina asserzione fatta pronunziare da Victor Hugo all’arcidiacono Claude Frollo nel quinto capitolo di “Notre-Dame de Paris”: "Ceci tuera cela". Ecco che sembra riattualizzarsi in questo nostro momento storico in cui la trasmissione della cultura passa attraverso un ulteriore cambiamento della forma di comunicazione prevalente.
Le nature, totalmente differenti, dei due linguaggi (tanto tattile quello dell'incisione quanto immateriale è quello di internet) mi fanno temere che dalla relazione possa derivarne un abbraccio letale.
Si è sempre più stretti (ormai quasi stritolati), da un lato dal compiacersi di un elitarismo da "Società segreta" come l'ha definita Francesco Parisi nella presentazione del "Catalogo Prandi 2014/15"; dall'altro (appellandosi all'originaria natura divulgativa dell'incisione) si fraintente il tentativo di ampliare il consenso con la rincorsa al maggior numero di "contatti" , di "mi piace" non importa quanto consapevoli. Se estremizzate nessuna delle due opposte tendenze pare convincere, da tempo s'impone la necessità di altri percorsi che si stenta molto a trovare o che, forse, nessuno cerca più.
L'incisione potrà riprendere ad attirare interesse solo se vi saranno giovani interessati a praticarla, altrimenti è destinata a consumarsi nella stanca ripetitività alla quale stiamo assistendo.
RispondiEliminaPer quanto l'insione possa ritenersi una nobile arte soffre la stessa crisi di tante altre attività artigianali (dal ciabattino al liutaio) che richiedono una certa manualità verso la quale i giovani appaiono spesso insofferenti.
EliminaIl solo vantaggio dell'incisione in Internet è per quelli che la vendono su e-bay a 49,90 €.
RispondiEliminaLa possibilità che caricando un video su youtube si accresca la conoscenza dell'incisione equivale ad affidare al mare un messaggio in bottiglia.
RispondiEliminaAvresti pienamente ragione se si trattasse di un solo video, ma tanti e diversi una qualche attenzione dovrebbero pur attirarla, non credi?
EliminaTu puoi crederlo e anche compiacerti del numero di contatti (virtuali), ma è dimostrato che per i giovani nativi digitali l'interesse per tutto quanto è in rete si consuma e si esaurisce nella rete stessa. Anche per l'incisione ai contatti in rete non segue un approfondimento rivolto alla conoscenza degli originali. La commercializzazione in rete può anche dare risultati, ma se la finalità è quella di rilanciare l'interesse presso i giovani, la soluzione, purtroppo, non verrà da Internet.
EliminaNonostante internet, non ci sarà futuro per l'incisione finché la scuola italiana (soprattutto licei artistici, istituti d'arte e accademie d'arte) non attuerà un insegnamento adeguato verso la storia dell'incisione, anche moderna, e il lavoro manuale degli artisti e i suoi sviluppi contemporanei. Poi, ben vengano anche i video in internet. Tutto aiuta a capire.
EliminaA me sembra che il problema sia piuttosto il video in se. È inguardabile, non nel senso che è brutto, ma fa quasi male agli occhi con quello sfarfallio da finto super otto. Certo se si vuole rilanciare l'incisione con una cosa in b/n e nostalgica, beh la comunicazione allora non è stata molto efficace...
RispondiEliminaPaolo