martedì 2 dicembre 2014

100 DI QUESTI GIORNI










Con il numero attualmente in distribuzione la rivista "Grafica d'arte" compie venticinque anni di ininterrotta pubblicazione. Nell'occasione si terrà a Milano, il 4 Dicembre alle ore 18,00, presso la Sala del Grechetto della Biblioteca Centrale di Palazzo Sormani, un incontro, con interventi di Elena Pontigia, Patrizia Foglia e Giorgio Marini, durante il quale verrà distribuito ai presenti una copia omaggio del numero 100.
"Grafica d'arte" è l'unica rivista in Italia che, come recita il suo sottotitolo, si occupa esclusivamente "di storia dell'incisione antica e moderna e storia del disegno", si potrebbe concludere con un purtroppo, intendendo purtroppo l'unica non riferito alla rivista in sé, ma perché la pluralità dei punti di vista nell'informazione è sempre auspicabile. In effetti, in tanti anni, non sono mancati i tentativi di varare altre pubblicazioni sullo stesso argomento volendo dimostrare di essere diversi. Ricordiamoci che venticinque anni addietro, nell'altro secolo, per pubblicazione si intendeva esclusivamente una stampa cartacea e realizzare una rivista non era impresa semplice, non lo è ancora oggi, anche ad immaginarla solo "on line", perché non può avere la staticità di un sito ne l'estemporaneità di un twitter o di blog (come questo ovviamente). Perché i tentativi fatti non hanno funzionato? Erano solo iniziative velleitarie? Il "Mercato" non ha risposto? Di fatto tutti fallimenti che non meritano di essere ricordati, neanche per stigmatizzare chi ha cessato la pubblicazione dopo aver incassato la sottoscrizione di qualche misero abbonamento.
Chi non ha condiviso e non condivide l'impostazione di "Grafica d'arte" non apprezzerà neanche questo numero 100 "speciale", anche nel senso di monografico, dedicato all'incisione visionaria. Come si precisa nell'introduzione al fascicolo "...la vastità di questa produzione... è tale che ha posto un serio problema ai curatori... a causa del ridotto spazio a disposizione a fronte del numero di opere e di artisti meritevoli di essere menzionati o commentati". Possiamo rilevare che si sono volutamente trascurati artisti ampiamente storicizzati (Dalì, Magritte... tanto per intenderci) per segnalarne altri più contemporanei che privileggiano ancora l'incisione: inutile quindi fare le pulci su gli assenti più o meno eccellenti.
Venticinque anni sono tanti e se diciamo un quarto di secolo fa ancora più effetto. Un quarto di secolo durante il quale molte, moltissime cose sono cambiate. C'è chi sostiene che oggi una rivista cartacea non ha più senso, che in rete c'è molto di più..., proprio per questo pubblicare, regolarmente e con puntualità, quattro numeri all'anno più il supplemento intermedio che si è aggiunto dal 1995, appare ancor più significativo dopo tanti anni. Per quanto i detrattori sostengano che la rivista può interessare solo uno sparuto numero di integralisti ancorati ad una tradizionale concezione dell'incisione ormai superata, evidentemente il numero di abbonati è sufficiente a garantire all'editore la distribuzione, un numero sufficiente di lettori che apprezzano la coerenza e condividono le scelte artistiche e culturali, diciamo, della rivista, per non personalizzare troppo, ma è ovvio che si tratta dell'impostazione che il direttore, nel suo non facile ruolo, ha perseguito con continuità e che, nonostate le critiche che di tanto in tanto giungono nella rubrica "La parola ai lettori", sono ribadite nei cento numeri fin ora pubblicati.
L'augurio personale che mi sento di fare è indiretto auspicando che già dal prossimo numero e per altri cento a venire, "Grafica d'arte" possa iniziare a documentare la rivalutazione dell'incisione contemporanea.

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