giovedì 17 marzo 2011

ONORE AL MERITO


Giuseppe Maria Mitelli
Il mondo è per lo più gabbia di matti
acquaforte, 1684















Le mostre che espongono incisioni, che si tengono in Italia (fingere relazioni internazionali smaschererebbe “il mio provincialismo”) e delle quali vengo a conoscenza, ho deciso di segnalarle tutte indiscriminatamente. Ritengo che più cose si vedono meglio è, solo avendo la possibilità del confronto più ampio si può discriminare la qualità.

Ritenevo che potesse risultare utile pubblicizzare i bandi dei concorsi dei quali vengo a conoscenza, ma in alcun modo mi sentirei di proporre, implicitamente avvalorandole, iniziative speculative in cui la partecipazione a pagamento è dissimulata da “diritti di segreteria” che, con un facile calcolo, dimostrano il guadagno netto che si ricava ammettendo quanta più gente possibile, e quale merito rappresenta per l’artista essere ammesso solo in virtù della quota versata?

Se tutte le opere presentate ad un dato concorso vengono donate alla “Raccolta Bertarelli” quale merito rappresenta per l’artista, che non è stato preso in considerazione neanche per la mostra, citarla tra le collezioni pubbliche di riferimento? E quale guadagno per la “Civica Raccolta” nell’acquisire tali “scarti”? Invece si capiscono benissimo tutti i vantaggi di chi organizza il concorso.
Intendiamoci, potrebbe verificarsi che la qualità sia così eccelsa che anche le opere escluse risultino dei capolavori, ma, tendenzialmente, è il mediocre dilettantismo che se ne avvantaggia.

Potrebbe sembrare che stia a spulciare i pretesti per polemizzare, invece i motivi sono ostentati e io rimango sedotto dall’articolo 5 del “Concorso Nazionale di Incisione 2011” che così recita: «Le altre opere pervenute potranno essere ritirate presso la sede dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani, dal 16 al 21 Maggio 2011, con orario 9,00 – 12,00. Le opere non ritirate resteranno acquisite dal Museo della Grafica Italiana con sede a Vigonza, verranno esposte successivamente nella Galleria di Vigonza ed in seguito pubblicate su catalogo.»
Ho trascritto tutto correttamente, ma quel che interessano solo gli ultimi due righi, e avete capito bene: le opere si possono ritirare solo prima della mostra e della pubblicazione.
A parte il vincitore del premio unico, consistente in una mostra personale, il “solo” che ha “l’obbligo” della cessione del foglio inviato (art. 4), ve lo immaginate quell’artista che, dopo aver spedito l’opera, appreso di non essere il vincitore, si parte (chi la rivuole deve andarsela a prendere), poniamo… dalla Sicilia (la regione più vicina a Vigonza che viene in mente), per ritirare l’opera precludendo così la possibilità che venga esposta e pubblicata?
Mi rendo conto che si aspiri a distinguersi, sempre e comunque, dagli altri (tanto da continuare a chiamarlo “Primo Premio Grafica Italiana” anche se sono già tre, o quattro, anni che si ripete), ma rispetto ad una tale impostazione non so se dubitare della buona fede, o delle capacità sintattiche, oppure restare ammirato dalla contorta evoluzione strategica. Un atteggiamento così subdolo, che sa anche di beffa, non si riscontra neanche nei peggiori opportunisti, è deprecabile che sia stato architettato da artisti nei confronti di altri artisti. Perché non dichiarare chiaramente gli intendimenti?
Se gli artisti, sempre desiderosi di mostrare i propri lavori, appaiono restii ad aderire, qui vi è già una valida spiegazione.
Auguri, comunque, di buon lavoro.

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