venerdì 19 agosto 2011

RONDEAU VENEZIANO 0.4

Stavo per desistere dall’impresa, deve essere l’aria della laguna a creare difficoltà nel caricare i post?
Con un taccuino manoscritto il problema non si sarebbe posto, tutt’al più poteva non scrivere la penna, tanto per non prendermi troppo su serio.
Grazie al “gruppo di assistenza” di Blogger sono riuscito a trovare una soluzione per caricare il post precedente, ma con difficoltà di gestione.
Proverò a ridurre al minimo le foto, comunque il senso delle considerazioni scritte non cambia.

A Palazzo Michiel dal Brusà la Regione Puglia fa promozione turistica col pretesto di una mostra su Pino Pascali (premio per la scultura alla Bienale del 1968).
Tutto questo… e altro ancora, s’incontra procedendo da Campo San Geremia, ovviamente a piedi (non a nuoto), in direzione Rialto /San Marco



Luci, riflessi, ombre, trasparenze con le Figure di Marco Lodola nella loggia della Ca’ d’Oro.
Alla Ca’ D’Oro, ovvero Galleria Franchetti, c’è anche Gino De Dominicis, o meglio ci sono i De Dominicis di proprietà del collezionista milanese Koellikere che così ha trovato il modo di farseli pubblicare (mostra collaterale della Biennale insieme ad altri 36 eventi).
Il capololavoro di Gino De Dominicis è… Gino De Dominicis “presente” in mostra con il video di un’intervista dove spara alcuni dei suoi paradossi e conclude fingendo di dipingere con le due mani contemporaneamente non avendo mai convinto di esserci riuscito  con almeno una.
È stato geniale a suo modo e in fondo per essere considerato un “artista” basta trovare un modo per sembrare geniale.
Sull’altra sponda del Canal Grande c’è Ca’ Corner della Regina restaurato appositamente per ospitare la collezione Prada d’arte contemporanea.

Per i resto del pomeriggio ho fatto il Flaneur, detto in questo modo non dovrebbe urtare la suscettibilità dell’ortonimo che adesso pare essersi rabbonito con Ombre e Cicchetti


Per il Piranesi, in primo piano, la richiesta è di 3.800,00 euro mentre per il Canaletto/Vicentini (in verticale) la richiesta è stata di 1.600,00 euro con ampia scelta di soggetti disponibili e di buona qualità di stampa.
Alla domanda di quale periodo fossero le tirature e stato risposto che erano tutte di primo stato non capendo, o fingendo di non capire, la domanda che ho rinunciato a puntualizzare.

In un’altra bottega un altro Piranesi è a 1.800,00: la stampa è leggermente scarica al centro, ma non credo possa essere solo questo a fare la consistente differenza di prezzo e non ho tempo e voglia per indagare.



Le “Aldine” si trovano, anche in buono stato, e se non qui in quale altro posto?



A conti fatti l’ultima volta a Venezia devo esserci stato non meno di quattro anni addietro.
È cambiato molto, moltissimo, per quanto riguarda le Gallerie d’Arte private e anche un bravo artigiano della carta marmorizzata che teneva bottega vicino alla Fenice non l’ho ritrovato.


Calle de le Botteghe
«Una scatola di colori al cui interno sembravano contenuti tutti i mari del mondo, potenziali paesaggi…»
(Eloy Tizón, Velocità dei Giardini)
Almeno il primo giorno va vissuto facendo in modo che sia già domani, poi la stanchezza dei prossimi giorni non concederà altre possibilità.
Due passi tra le calli spiegano meglio di qualunque parola il concetto di un luogo assediato dal suo passato. Ripetete lo stesso itinerario di notte (la volgarità incombente della contemporaneità si attenua se non scompare) e sarà chiaro (di notte?) che il concetto si accentua: perdersi in un museo di ombre e miti… trascinati dal delirio della storia… il silenzio risulta di per se stesso una presenza… nulla di lugubre intendiamoci, Venezia è sempre un mondo a parte.
Se occorresse una colonna sonora penserei (ma siamo nell’ambito di una scelta affatto immotivata) le Variazioni Goldberg di Bach interpretate da Glenn Gould, (io preferisco l’incisione del 1981 rispetto a quella del ‘55); ovvio che qualche ombra in più e un grappino (Nardini, magari racimolo qualche diritto di pubblicità), anche d’Agosto, aiutano.
Poiché sono in vena, il libro che mi sono portato dietro e che mi aspetta sul comodino è “Gli anelli di Saturno” di W.G. Sebald, anche questo preso a caso, ma forse neanche tanto.
Buona Notte, per quel che resta.

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