domenica 21 agosto 2011

RONDEAU VENEZIANO 12

Quel che doveva essere il dulcis in fundo è iniziato con l’amarezza di apprendere all’ingresso che il giardino-labirinto, realizzato in onore di Jorge Luis Borges a 25 anni dalla morte, non è accessibile ma si può soltanto vedere dall’alto durante la visita guidata.
Consiglio: portatevi le tessere che avete (aci, coop,…tiro a segno, bocciofila…) almeno una servirà per avere la riduzione sul biglietto.

Seguono le immagini di alcune tappe del percorso di visita guidata.





il chiostro progettato da Andrea Palladio

Chiostro dei Cipressi su progetto di Andrea Buora


Una infilata dall’ingresso del refettorio verso il fondo con gli interventi dei tre principali architetti che si sono succeduti nella realizzazione del complesso conventuale: Baldassarre Longhena, Palladio, Buora.

L'antica biblioteca pure di costruzione longheniana

Ex celle ristrutturate da Michele De Lucchi

Il tema del labirinto è ricorrente nell’opera di Jorge Luis Borges, ne trattano anche alcuni racconti contenuti in L’Aleph (La scrittura del dio; Abenjacàn il Bojarí, ucciso nel suo labirinto; I due re e i due labirinti), il giardino realizzato fa riferimento, in particolare, al racconto Il giardino dai sentieri che si biforcano della raccolta Finzioni, infatti a completamento della struttura vegetale è prevista la realizzazione di un corrimano sul quale sarà trascritto, in caratteri Braille, il testo del racconto, in questo modo solo i non vedenti, seguendo la successione narrativa, potranno trovare la via verso l’uscita.
Progetto di Randoll Coates
 Non ricavo alcun piacere a vederlo così senza vivere il senso di smarrimento di percorrerlo: il disorientamento provocato dal moltiplicarsi dei punti di riferimento (il labirinto) rispetto al disorientamento provocato da non avere alcun punto di riferimento (il deserto)
Progetto di Randoll Coates

In un labirinto il senso di disorientamento si percepisce solo standoci dentro, poiché visto dall’alto si rivela il senso logico della sua struttura.
 
Rispetto all’asse di simmetria verticale si individua la forma di un libro aperto (in verità il solo esplicito riferimento formale al racconto) e rispetto all’asse orizzontale le siepi di bosso ripetono il nome di Borges.
Il libro e il labirinto sono due simboli fondamentali in tutta l’opera di Borges che nello specifico racconto si identificano: il libro è il labirinto.
  
Le aspettative erano state alimentate anche dalla suggestione delle incisioni che hanno trattato il tema del labirinto.
Forse sono condizionato dalla delusione di non esserci potuto entrare, forse riflettendoci meglio eviterei di prendere una cantonata (in un labirinto poi…), ma qui conta la prima impressione: formalmente sembra quasi una variante della tipologia dei labirinti “unicursali”, i “cul de sac” sono minimi, pertanto basta andare sempre avanti e si torna a dove si era entrati, il rischio non è tanto di perdersi, o di non trovare il “centro” (che qui non esiste), ma di non percorre tutto il labirinto per intero.
Concettualmente il programma iconografico, in riferimento al racconto, non mi sembra poi così ricco: se vi sarà una ringhiera sulla quale trascrivere il testo non indicherà di per sé la direzione (il “filo”) del percorso? In quale lingua sarà trascritto il racconto? Così i non vedenti che leggono il Braille, ma non la lingua della trascrizione non saranno nelle stesse condizioni dei vedenti che non leggono il Braille?…


Sull’installazione Ascension che invade inutilmente la Basilica di San Giorgio si può solo stendere un pietoso velo. Chi l’ha autorizzata? Non valgono, in questi casi, i vincoli monumentali? E chi l’ha pagata? Almeno funzionasse, per avere un’idea di cosa dovrebbe accadere c’è una cartolina che sembra più effetto di Photoshop.
Anche il solo rumore delle ventole per me risulta importuno: almeno spegnetele, meglio togliete tutto. L’artista Anish Kapoor dev'essere perseguitato dalla sfortuna (o inadeguato?) visto che anche la mostra di Milano hanno dovuta chiuderla perché, anche in quel caso, l’installazione non funzionava.
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Adesso desidero semplicemente trascinarmi lontano, "perdermi" fin dentro la sera, fin dentro la notte.

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